Produzione di drupacee, la Spagna prevede una leggera risalita

Il Paese iberico si avvia però verso una riduzione strutturale dell'offerta

Produzione di drupacee, la Spagna prevede una leggera risalita

Le prime drupacee spagnole sono già arrivate nei mercati italiani: negli ultimi giorni abbiamo infatti trovato pesche (clicca qui per approfondire) a prezzi molto elevati. 

In attesa che la campagna entri nel vivo e che arrivino i dati di Medfel (saranno presentati il 26 aprile per le albicocche e il 23 maggio per le pesche), abbiamo chiesto un approfondimento della situazione al nostro corrispondente Paco Borras. E anche se le previsioni di quest’anno sembrano essere migliori di anno scorso, gli iberici non sembrano in grado di fare meglio degli anni passati, soprattutto rispetto al boom di produzione registrato nel triennio 2017/2019.

Per il momento la Spagna non recupera i grandi numeri raggiunti qualche anno fa e, tra estirpazioni e riduzione delle superfici dedicate, quest'anno la produzione crescerà abbastanza rispetto allo scorso anno ma non rispetto al passato. Sulla base dei dati pubblicati in Spagna negli anni precedenti, possiamo ipotizzare questi numeri per la produzione spagnola: un totale di 1.440/1.600 mila tonnellate rispetto alle 1.099 mila toennate del 2022 e alle cifre record del 2019 (1.870 mila tonnellate) e del 2017 (1.958 mila tonnellate).

La produzione nelle diverse regioni spagnole (Murcia, Extremadura, Catalogna, Aragona, Andalusia, resto del Paese) dal 2017 alle previsioni 2023; unità di misura: tonnellate

La produzione sarà dunque inferiore per tutte le tipologie dei frutti (pesche, pesche piatte, pesche gialle, nettarine, albicocche, prugne) rispetto ai dati del 2019. 

La produzione di drupacee (pesche, pesche piatte, pesche gialle, nettarine, albicocche e prugne) dal 2017 alle previsioni 2023; ; unità di misura: tonnellate

Le motivazioni 
La Spagna, poi, comincerà ad affrontare un problema per la prossima estate, che da quasi 30 anni (ovvero dal 1995), non affrontava più. Ovvero una siccità estrema nella valle del Guadalquivir (Andalusia) e nella valle del Guadiana (Estremadura).
Altrettanta siccità, anche se non agli stessi livelli, si registra anche nelle Sorgenti del Tago, che influisce sul trasferimento del Tago al Segura e quindi mette in pericolo la zona delle drupacee di Murcia, anche se le coltivazioni in questa zona potranno ancora usufruire dei pozzi per la prossima estate. Problemi di siccità (anche se non estremi) si registrano anche in Catalogna e Aragona, ma al momento l'irrigazione degli alberi da frutto non è in pericolo per quest'estate.
La fioritura quest'anno è stata abbastanza normale, così come l'allegagione, ad eccezione delle albicocche nella zona di Murcia, dove la mancanza di ore di freddo è stata rilevante. Anche se Murcia ha subito qualche perdita nelle aree più precoci vicino al mare, mantiene le sue vaste aree di Abaran e Cieza.
Ma non va dimenticato che dopo i pessimi risultati degli anni 2017, 2018 e 2019, non solo è stato piantato molto poco ma sono stati sradicati diversi ettari di terreno, soprattutto in Catalogna e Aragona, che rappresentavano il 60% di tutta la produzione spagnola.
L'Andalusia e il resto della Spagna non stanno piantando drupacee e molte delle loro piantagioni stanno arrivando alla fine del loro ciclo di vita, quindi in quelle aree si prevede un calo della produzione, che a questo punto diverrà strutturale per il paese.

Hanno collaborato Fabrizio Pattuelli e Alice Magnani