Attualità
Drammatica crisi idrica in Catalogna: salvare l’agricoltura o il turismo?
Il futuro che ci aspetta, tra desalinizzazione e razionamenti a 360°
La siccità sta mettendo a dura prova il settore agricolo un po' ovunque. Per esempio, come abbiamo raccontato la scorsa settimana, in Sicilia si sta affrontando una siccità dalla portata storica che mette a rischio la stagione estiva (clicca qui per approfondire). Ma la situazione più drammatica la si sta vivendo in Catalogna, dove le risorse idriche sono scese sotto il 16% della disponibilità ordinaria: la comunità autonoma spagnola sta pagando a caro prezzo le conseguenze di tre anni di siccità e le autorità hanno adottato un provvedimento, che riguarda 202 comuni, compresa Barcellona, e circa 6 milioni di abitanti, sull'uso delle poche risorse disponibili.
Misure quasi da film “survival”: non solo chiusura di fontane e parchi acquatici, ma divieto di docce nelle palestre, divieto di irrigare i parchi e lavare le auto, oltre al consumo domestico limitato a 200 litri a persona per settimana. Il presidente della Catalogna, Pere Aragones, ha definito la situazione attuale come la peggiore siccità della storia moderna del paese.
Ma la Catalogna non è nuova a gravi siccità, anche se quella attuale è la più grave; infatti, a causa della siccità, del 2007 venne costruito il più grande impianto di desalinizzazione in Europa, impiano che oggi garantisce il 33% delle forniture idriche di Barcellona. Parimenti fu aumentato il riciclo delle acque reflue, rda cui oggi si trae il 25% delle forniture di acqua potabile.
Agricoltura o turismo?
A questo punto però le autorità dovranno scegliere quali settori limitare meno. In realtà sono due settori che, più di altri, rischiano di finire in ginocchio. Come riporta il quotidiano El Diario, il consumo d’acqua per l’agricoltura è stato già ridotto dell’80% in Catalogna e il comparto è fortemente danneggiato; l’assenza di piogge ha distrutto i raccolti di uva e olive, tanto che il prezzo dell’olio è aumentato del 50%.
Inoltre, la siccità rischia di limiare anche un’altra fonte di ricchezza della Catalogna: il turismo. Come riporta El Pais, in base ai risultati di una ricerca condotta dal comune di Barcellona, il consumo medio di acqua per gli ospiti di un hotel a 5 stelle è pari a 545 litri al giorno a persona per settimana, per quelli a 4 stelle il consumo scende a 373 litri e in quelli a 3 stelle a 232 litri. Se comparati al consumo domestico, pari a 168 litri a persona per settimana, si intuisce facilmente che diventa insostenibile continuare con livelli di turismo elevati.
Ma stando ai dati, sembra l’agricoltura a dover cedere il passo al turismo.
Infatti, secondo i dati provvisori di idescat.cat, del 2023, la spesa totale dei turisti residenti all'estero con destinazione principale Catalogna è aumentata del 26,7% e vale quasi 21 miliardi di euro. La spesa media giornaliera pro-capite è stata invece di 207 euro, con un aumento del 10,1% rispetto all'anno 2022.
Invece la produzione agricola totale vale 2 miliardi di euro. Una differenza di 19 miliardi a favore del turismo. Quanto sta accadendo in Catalogna, rischia di non essere un caso isolato, ma probabilmente riguarderà diverse aree d’Europa, forse anche con impatti più drammatici.