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Dati Istat: calo della produzione agricola, sorride solo la frutta
La categoria mette a segno un +23%
Nel 2022 il valore aggiunto del settore agricoltura, silvicoltura e pesca, in controtendenza rispetto al resto dell'economia nazionale, è calato, in termini reali, dell'1,8% (-0,8% in volume); in flessione anche volume della produzione (-1,5%) e dell'occupazione (-2,1%). E' quanto emerge dal report dell'Istat sull'Andamento dell'economia agricola nel 2022, precisando che l'agricoltura è stata penalizzata da siccità e costi. In particolare il valore della produzione agricola, della silvicoltura e della pesca in Italia è stato di 74,7 miliardi di euro, di cui 37,4 miliardi di valore aggiunto (nell'Ue a 27 il valore della produzione agricola è di 536,7 miliardi, di cui 222,3 di valore aggiunto).
Dopo la performance negativa del 2021 (-1,1% il valore aggiunto in volume), nel 2022 il settore dell'agricoltura, silvicoltura e pesca in Italia ha subìto, infatti, un ulteriore indebolimento. Andamenti negativi, precisa l'istituto di statistica, si sono registrati per quasi tutte le coltivazioni: in decisa contrazione la produzione di legumi (-17,5%), olio di oliva (-14,6%) e cereali (-13,2%); diminuiscono le attività di supporto (-5,4%) e il comparto zootecnico (-0,6%). L'annata è stata invece molto favorevole per la frutta (+23,2%) e positiva per le attività secondarie (+8,6%) e il florovivaismo (+1,1%). In forte rialzo, poi, sono i prezzi di vendita dei prodotti agricoli (+17,7%) e si rileva un incremento ancora più consistente dei prezzi dei beni e servizi impiegati dal settore (+25,3%). Produzione e valore aggiunto in deciso calo (-3% e -1,5%) in tutta l'Ue dove l'Italia risulta seconda per valore aggiunto e terza per valore della produzione.
CIA - Il presidente Fini commenta i dati sull’andamento dell’economia agricola nel 2022 diffusi dall’Istituto nazionale di statistica
Occorrono risorse adeguate e misure strutturali per tutelare l’agricoltura italiana, doppiamente penalizzata dall’aumento degli eventi climatici estremi e dalla crescita smisurata dei costi di produzione, come certifica anche l’Istat, che registra nel 2022 un calo del valore aggiunto dell’1,8% e una flessione della produzione dell’1,5% nel settore. Così Cia-Agricoltori Italiani, commentando i dati diffusi dall’Istituto nazionale di statistica.
“Mentre le imprese agricole subiscono un innalzamento dei prezzi alla produzione senza precedenti (+17,7% nel 2022), dall’altro continuano a subire gli effetti della crisi climatica, tra bombe d’acqua e siccità -ricorda il presidente di Cia, Cristiano Fini- con un incremento di cinque volte delle perdite di raccolto di frutta e verdura. Oggi ormai i fattori climatici, da soli, spiegano tra il 20% e il 49% delle fluttuazioni del rendimento agricolo”.
Per questo, secondo Fini, “da un lato il Governo deve mettere sul tavolo interventi organici per snellire realmente il carico economico sulle aziende agricole, che sono la dispensa del Paese, dalla riduzione della pressione fiscale alla semplificazione burocratica. Dall’altro, per far fronte all’emergenza clima, bisogna accelerare sull’Agricoltura 4.0; puntare sulle tecniche di miglioramento genetico, iniziando subito la sperimentazione in campo; dare finalmente al Paese una legge nazionale contro il consumo di suolo e, contro una siccità ormai strutturale, creare una rete di piccoli invasi ‘smart’ sotto il profilo tecnologico e amministrativo e diffusi sul territorio”. Solo così, conclude il presidente di Cia, “si salva un settore chiave per l’Italia, non solo per l’approvvigionamento alimentare, ma anche per la tenuta dei territori e delle aree rurali e per lo sviluppo delle agroenergie”.
Fonte: Ansa e ufficio stampa Cia