Dalla serricoltura dipende l’autonomia alimentare dell’Europa

Rafforzare il potenziale delle strutture per ridurre trasporti e impatto ambientale

Dalla serricoltura dipende l’autonomia alimentare dell’Europa

"Se l'Europa meridionale fosse un unico Paese, sarebbe il primo esportatore mondiale di melanzane e il secondo per prodotti come cetrioli e peperoni", esordisce con questa affermazione lapidaria Juan Carlos Pérez Mesa, professore all'Università di Almería, in un'intervista per il programma “È una serra. Frutta e verdura sostenibili dall’Europa(clicca qui per approfondire). Questa iniziativa, lanciata da HortiEspaña e cofinanziata dall'UE, nell'ambito della promozione dei prodotti agroalimentari "Enjoy, It's from Europe", mira a sensibilizzare la popolazione su modelli di produzione sostenibile.

L’affermazione del docente mira a sottolineare l’importanza delle serre alimentate dalla luce del sole per garantire l’autonomia alimentare in Europa. A livello globale, la superficie totale delle serre è stimata in 500.000 ettari; in Europa, Spagna e Italia sono i player principali che rispondono alle esigenze di consumo del mercato nazionale ed europeo.

Nonostante ciò, spesso, la serricoltura viene additata come inquinante, trascurandone il potenziale e senza soffermarsi sulle nuove strutture tecnologiche, che riducono al minimo l’impatto ambientale. Purtroppo, qua e là, ci sono azioni illecite di singoli soggetti che non rispettano le leggi e non smaltiscono correttamente i materiali di consumo (clicca qui per approfondire). Ma attenzione a fare di tutto l'erba un fascio; infatti, in Spagna delle 32.000 tonnellate di plastica generate ogni anno dalle serre nelle province di Almería e Granada, il 90% viene riciclato. Ma torniamo ai numeri e alla necessità di supportare la serricoltura. 

Oltre il 65% della produzione delle serre a luce solare nell'Europa meridionale serve per supportare la domanda del continente”, afferma Pérez Mesa. "In questo senso, Spagna e Italia possono approvvigionare tutta Europa riducendo i costi energetici e le importazioni da Paesi terzi che non hanno i medesimi parametri”.
Ovviamente siamo nella fase in cui la serricoltura è in pieno sviluppo tecnologico; tante aziende stanno adottando strutture tecnologiche che migliorano l’utilizzo delle risorse e riducono l’impatto ambientale.