Dalla scienza una "super banana" salvavita

La Fondazione Melinda e Bill Gates a sostegno del progetto

Dalla scienza una "super banana" salvavita

Arriva dall’Uganda la “super banana” creata in laboratorio per contrastare le carenze di vitamina A. A riportare la notizia è il National Geographic, che specifica come la carenza di elementi essenziali (come le vitamine) rappresenti un problema diffuso in molti paesi in via di sviluppo, come l'Uganda. Oltre ad essere causa di molte complicazioni legate alla salute, come la cecità infantile, queste carenze inbiscono la crescita e indeboliscono il sistema immunitario rendendolo più vulnerabile rispetto a malattie che si potrebbero prevenire con un adeguato apporto di vitamina A.  

Modificare geneticamente le banane per fornire nuove sostanze nutritive non è una vera e propria novità, ma si è pensato di lavorare proprio su questo frutto data l’ampia disponibilità in molti paesi in via di sviluppo; in Uganda, ad eempio, sono infatti 90 le varietà coltivate e l’ugandese medio ne mangia circa 400 kg l’anno (rispetto ad un americano medio che consuma circa 12 kg di banane in un anno).

Questa innovazione è frutto di una collaborazione e di un lavoro iniziato 20 anni fa, tra i laboratori NARL (National Agricultural Research Laboratories) di Kawanda, in Uganda, lo scienziato australiano James Dale e la Bill and Melinda Gates Foundation, che ha finanziato il progetto investendo 11 milioni di dollari. Per la fondazione questo è stato il progetto di ricerca più lungo che abbia mai supportato.

Gli scienziati che hanno condotto la ricerca sono partiti analizzando piantine di banano, risultato di un progetto di ingegneria genetica, già modificate per essere più resistenti alle malattie e alla siccità, un altro problema persistente in Africa. Intanto, lo scienziato Dale, dal suo laboratorio alla Queensland University of Technology, lavorava per identificare i geni che avrebbero potenziato la provitamina A nella banana, sostanza che - una volta assunta dall’organismo - si sarebbe trasformata in vitamina A. Vari tentativi per creare il mix perfetto di geni e diversi anni più tardi, i campioni biologici sono arrivati nei laboratori ugandesi per essere aggiunti alle piante. Negli ultimi anni le prove sul campo avevano dato origine a filari di 500 piante di banane modificate coltivate in un orto recintato, dove erano state già selezionate due delle più promettenti cultivar: i frutti avevano conservato la forma della banana classica, ma la polpa appariva aranciata e non più gialla. Nel frattempo gli scienziati hanno continuato anche a raccogliere dati sulla sicurezza alimentare del nuovo frutto per l’uomo.

Ora l’ostacolo principale per diffondere la “super banana” è legato ad aspetti burocratici. Infatti, un po' ovunque, gli organismi geneticamente modificati non hanno un buon vissuto e le persone sono prevenute; il Parlamento dell’Uganda, ad esempio, ha approvato per la prima volta la legislazione sulla biosicurezza nel 2017, ma è attualmente in fase di ulteriore revisione. 
Monica Musenero, scienziata e Ministro della Scienza, della tecnologia e dell’innovazione in Uganda, rimane ottimista sul fatto che la revisione diverrà legge in breve tempo. La legislazione rivista è stata ulteriormente ampliata per includere la biotecnologia nel suo insieme, autorizzandola non solo in agricoltura ma anche in altri settori, come quello sanitario. “Ora abbiamo una migliore comprensione delle basi scientifiche e, allo stesso tempo, sappiamo anche meglio cosa vogliamo”, ha osservato Musenero.

In apertura: Foto di M W da Pixabay

Fonte: National Geographic

 

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