Dal monopolio al mercato libero, la sfida dei supermercati argentini

Il presidente Milei introduce 300 misure per la deregolamentazione

Dal monopolio al mercato libero, la sfida dei supermercati argentini

La deregolamentazione sembra esser diventata la nuova parola d'ordine in Argentina, da quando si è installato il presidente Javier Milei (foto in apertura). Se il mercato è stato per anni in mano allo stato, le cose sono cambiate con il nuovo decreto sui bisogni e le emergenze (Dnu) pubblicato da Milei. Come riporta la testata online foodretail.es, si parla dell'adozione di 300 misure che vanno dal mercato degli affiti, alle esportazioni, fino alla proprietà fondiaria, con implicazioni rilevanti per il commercio alimentare.

La nuova normativa è entrata in vigore il 29 dicembre e abroga la legge sull'approvvigionamento (Ley de abastecimiento) che era stata emanata durante il terzo mandato di Peron e che è rimasta in vigore fino a questo momento. In base alla legge sull'approvvigionamento, il governo poteva fissare prezzi minimi e massimi sui prodotti essenziali, punire le aziende che aumentavano i prezzi irragionevolemente, controllare la carenza di beni e servizi ed anche limitare i margini aziendali.
Le conseguenze di questa norma sono state disastrose per il Paese sudamericano: i prezzi sono stati spinti verso l'alto a lungo termine e le numerose sanzioni hanno portato ad un'incertezza giuridica e a costi aggiuntivi per le imprese, che si sono inevitabilmente riflessi sul prodotto finale.

Il decreto del nuovo presidente mette fine anche alla cosiddetta legge sugli scaffali (Ley de gondolas), che prevedeva un'offerta minima di prodotti fabbricati da piccole imprese nei supermercati. Questa vecchia legge regolava inoltre ogni aspetto dell'allocazione dei prezzi e dell'esposizione dei prodotti in tutti i supermercati di oltre 800 metri quadrati e online.
Per esempio, impediva agli esercenti di presentare su uno stesso scaffale una quota superiore al 30% di prodotti di una sola marca.
Inoltre richiedeva almeno cinque fornitori di diversi gruppi imprenditoriali, che le micro e piccole imprese avessero almeno il 25% dello spazio di vendita per ogni categoria di prodotto e che le cooperative e le aziende agricole familiari avessero almeno il 5% dello spazio nel lineare.
Tra le indicazioni della vecchia legge c'era anche quella che i prodotti venissero posizionati in base al prezzo, con il prezzo più basso situato a metà scaffale, che è il più visibile e accessibile ai clienti.

Il nuovo decreto di Milei abolirà anche l'Osservatorio prezzi del ministero dell'economia, ovvero la misura che serviva a raccogliere dati e far rispettare le due leggi sopra menzionate.

Ovviamente tutte le nuove misure avranno bisogno di tempo per entrare in vigore a pieno titolo e c'è chi ritiene che, nel breve termine, produrranno solo povertà per migliaia di argentini, che stavano già facendo i conti con l'inflazione.
Tra i più ottimisti c'è chi ritiene che, una volta superato il momento di difficoltà, il governo potrà garantire la stabilità giuridica e i prezzi potranno stabilizzarsi ed anche ridursi grazie ad un nuovo settore alimentare più competitivo e sano.
Tra gli ottimisti c'è ovviamente anche il presidente che, in uno dei suoi primi discorsi, ha dichiarato che “Questa sarà l’ultima medicina cattiva da assumere per iniziare la ricostruzione dell’Argentina”.

Foto in apertura: Di Cancillería Argentina - https://www.flickr.com/photos/mrecic-argentina/53396149399/, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=142242748

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