Il meglio di IFN
Dal Giappone arriva Dekopon, il mandarino che conquista l'Italia
L'analisi del trend dal Foody di Milano, dove viene commercializzato a 8 euro al chilogrammo
Con la nostra esperienza alle spalle pensiamo di averle viste davvero tutte, ma - come spesso accade nel settore ortofrutticolo - non si smette mai di imparare. È ciò che abbiamo pensato quando, all’Ortomercato di Milano, ci siamo imbattuti in un agrume dalla forma strana, (ricorda un fiaschetto) e dalla superficie piuttosto rugosa. Il suo nome? Dekopon, o mandarino Shiranui e già dalla pronuncia possiamo intuire il Paese di provenienza, ovvero il Giappone.
A livello botanico è un ibrido fra il Kiyomi – che è a sua volta un incrocio fra Miyagawa e arancio – e il mandarino Ponkan. Quindi, lo possiamo inserire all’interno della famiglia dei mandarini, anche se presenta alcune caratteristiche del tutto peculiari, come ci descrive il venditore di questo frutto in mercato, ovvero, Giorgio Bollettini, della ditta Ortofrutticola Adriatica: “Sicuramente questa protuberanza pronunciata sulla sommità del frutto è la prima cosa che salta all’occhio e che incuriosisce la clientela, che resta ulteriormente stupita nello scoprire che si tratta sostanzialmente di un mandarino, perché l’elevata pezzatura fa pensare ad una arancia. Le sorprese, poi, proseguono anche all’assaggio, perché il Dekopon mostra una bassissima acidità, quindi il sapore risulta spiccatamente dolce. Inoltre, è facile da sbucciare e questo è un altro punto a suo vantaggio”.
Alla domanda su come sia entrato in possesso di un agrume sconosciuto per il mercato italiano, il grossista risponde: “La nostra azienda è specializzata in produzioni di nicchia di alta qualità, e quando un fornitore spagnolo, della zona di Alicante, ci ha proposto questa novità abbiamo colto l’occasione al volo. Chiaramente si tratta di un piccolo test per sondare l’interesse della clientela in previsione della prossima campagna; tutto sommato possiamo essere soddisfatti, perché il Dekopon ha indubbiamente incuriosito la clientela che non si è fatta problemi a testarlo, nonostante il prezzo sostenuto, pari a circa 8 euro al chilogrammo.”(gc)