Dal campo
Cuneo salino, il Polesine in affanno: coltivazioni a rischio
Rabbia tra gli agricoltori: "Il futuro dell’agricoltura locale è appeso a un filo"

Nel cuore del Polesine, l’agricoltura vive una condizione sempre più instabile, dove la produttività dei campi cambia radicalmente da un’area all’altra, anche a pochi chilometri di distanza. A influenzare la sorte delle colture è la qualità dell’acqua: la sua salinità è in continuo aumento - come riporta Polesine24.it - spinta dalla risalita del cuneo salino lungo il Delta del Po e da una rete di infrastrutture idriche ormai inadeguata ad affrontare la crisi climatica.
Le testimonianze raccolte tra gli agricoltori della zona parlano di una situazione ormai al limite. Ci sono realtà agricole dove l’acqua salmastra ha compromesso intere stagioni, soprattutto nelle aree più esposte e prive di sistemi di stoccaggio o filtraggio. I racconti di chi lavora la terra evidenziano la gravità di un fenomeno che non solo danneggia la produzione di ortaggi, riso e frutta, ma mette in discussione la possibilità stessa di continuare a coltivare.
Chi ha la fortuna di attingere da rami del fiume meno colpiti dall’intrusione salina riesce ancora a mantenere un equilibrio precario, ma altrove i sifoni non funzionano o sono ostruiti, e l’acqua dolce scarseggia nei momenti cruciali dell’anno. Alcuni imprenditori agricoli denunciano ritardi cronici nella manutenzione degli impianti e la mancanza di opere strutturali adeguate. “Servirebbero bacini di raccolta, non interventi-tampone”, lamentano in molti.
Le piogge improvvise e i fenomeni atmosferici estremi peggiorano ulteriormente la situazione: in pochi minuti eventi violenti possono distruggere settimane di lavoro nei campi. Le foci del fiume ostruite e l’assenza di un ricambio efficiente delle acque fanno sì che il cuneo salino continui la sua risalita sotterranea, portando con sé acqua inadatta all’irrigazione. Il malcontento verso le istituzioni è palpabile. Gli agricoltori chiedono risposte concrete e non solo promesse. Anche le associazioni di categoria hanno iniziato a farsi sentire, chiedendo interventi a livello europeo per finanziare infrastrutture idriche innovative, come bacini per la raccolta dell’acqua piovana da utilizzare nei periodi di siccità. Ma sul territorio cresce la sensazione di isolamento. “In queste condizioni, come può un giovane scegliere di investire nel lavoro agricolo qui?”, si chiede con amarezza un coltivatore. Una domanda che resta sospesa tra l’acqua salata che avanza e la speranza che qualcuno, finalmente, se ne accorga. (aa)



















