Dalla distribuzione
Confezionato e brand: opportunità di sviluppo per pesche e nettarine
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Concludiamo l’analisi sulla gestione della vendita di pesche e nettarine nella Gdo iniziata ieri (clicca qui per approfondire), esaminando altri fattori che influenzano la decisione d’acquisto: spazio espositivo, tipologie di confezionamento, presenza di marchi e livello dei prezzi.
Nel primo articolo avevamo evidenziato la varietà dell’assortimento, in termini di tipologie e pezzature, come primo elemento valutato dal cliente. Oggi ci concentriamo invece su ulteriori aspetti che incidono sulla scelta al momento dell’acquisto.
Come di consueto, l’analisi si basa su una rilevazione effettuata in negozio presso sei insegne della piazza di Modena, a metà giugno.

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Per quanto riguarda lo spazio espositivo, la categoria gode già di una certa attenzione da parte dei distributori, soprattutto considerando che non siamo nel pieno della stagione. Lo spazio totale assegnato è infatti più che doppio rispetto a quello destinato ad altre categorie stagionali rilevate di recente, come meloni o ciliegie, in particolare nei punti vendita di maggiori dimensioni.
Tuttavia, lo spazio medio per referenza risulta leggermente inferiore a meloni e ciliegie. Questo perché, a differenza di queste due categorie, l’assortimento di pesche e nettarine è più ampio, il che porta a evitare una sovraesposizione delle singole prestazioni.

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Una differenza significativa nello spazio medio per referenza emerge se si distingue tra prodotti in promozione — generalmente uno o due per punto vendita — e quelli venduti a prezzo pieno. Nella maggior parte dei casi, le referenze promozionate ricevono uno spazio almeno doppio rispetto a quelle non in offerta.
Fanno eccezione Lidl, che mantiene una gestione uniforme dello spazio indipendentemente dalla promozione, ed Esselunga, che al contrario assegna alle referenze in offerta uno spazio più che triplo rispetto alla media.

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Passiamo ora all’analisi delle confezioni. In un assortimento in cui quasi la metà delle referenze è sfusa (48%), spiccano le vaschette in plastica, che rappresentano il 33% del totale dei prodotti rilevati. Queste sono presenti in tutti i punti vendita, sempre con almeno due varianti. Il vassoio in cartone, invece, copre il 19% delle referenze ed è adottato da 4 insegne su 6, con una presenza particolarmente rilevante in Esselunga, che propone 6 referenze. In generale, questo tipo di confezione è impiegato soprattutto per i prodotti biologici.

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L’analisi mette in luce un elevato potenziale per la categoria pesche e nettarine, dove il 74% delle referenze risulta privo di marchio.
La presenza di brand o linee di prodotto, quindi, coinvolge appena il 26% dei prodotti ed è evidente solo in Coop e Conad, mentre Esselunga ed Eurospar propongono solamente una o due referenze. Nei discount, invece, i marchi sono del tutto assenti. Tra le poche referenze con marchio specifico, prevalgono le Mdd, convenzionale o biologica. Minima, infine, la presenza di prodotti locali (2 referenze) o con una sola referenza a marchio del fornitore.

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Chiudiamo l’analisi con uno sguardo ai prezzi medi, considerando il tipo di confezionamento come principale variabile, data la sua incidenza sulle differenze di prezzo. In media, il costo supera i 4 €/kg, un valore abbastanza elevato rispetto alla frutta in generale, ma intermedio se confrontato con i meloni e le ciliegie rilevati nelle settimane precedenti.
Le vaschette in plastica risultano le più convenienti, con un picco massimo di 6 €/kg per una referenza di pesche piatte, e il prezzo minimo registrato in un discount. Al contrario, i vassoi in cartone mostrano i livelli più alti: una Mdd biologica raggiunge il massimo rilevato di 8 €/kg. Lo sfuso – che ricordiamo avere una quasi totalità di calibro A - si colloca in una fascia intermedia, con le pesche piatte ancora una volta a segnare il prezzo più alto, e il valore più basso sempre rilevato nei discount.
In termini di variabilità, i prodotti confezionati presentano una discreta oscillazione di prezzo, soprattutto per il vassoio in cartone, mentre nello sfuso i valori risultano più uniformi.

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Negli ultimi cinque anni, gli acquisti domestici di pesche e nettarine in Italia sono cresciuti del 7%, nonostante un aumento medio dei prezzi del 20%, che nei discount ha superato il 40%. Sul fronte dell’export, il 2024 segna un’inversione di tendenza con una bilancia commerciale tornata positiva a valore. Resta invece critica la situazione produttiva: dal 2006 il settore ha perso oltre 30.000 ettari coltivati e circa 600-700 mila tonnellate di frutta.
Di questi temi – e di molto altro – si parlerà nel corso della diretta IFN dedicata a pesche e nettarine, in programma oggi martedì 24 giugno alle ore 11:00 sui canali social di IFN. L’evento, moderato dal nostro direttore Roberto Della Casa, vedrà il confronto tra i principali attori della filiera, dalla produzione alla distribuzione, per analizzare l’attuale contesto di mercato e delineare gli scenari evolutivi. (bf)
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