Dal campo
Cimice asiatica, il Centro Laimburg approfondisce le strategie di controllo
I ricercatori ne hanno studiato la biologia, il comportamento e le dinamiche di diffusione
La cimice asiatica (Halyomorpha halys), originaria dell'Asia, è ormai diffusa in molte parti d'Europa e da diversi anni è presente stabilmente anche in Alto Adige. Questo insetto dannoso può arrecare notevoli danni a diverse colture agricole, in particolare alla frutticoltura. Dal suo primo rilevamento in Alto Adige nel 2016, la cimice asiatica è stata una componente centrale di molte attività di ricerca del Centro di Sperimentazione Laimburg: 15 progetti di ricerca, che spaziano dallo studio della biologia dell’insetto e di sue piante ospiti, alla sua regolazione tramite sostanze naturali e antagonisti naturali.
I risultati della ricerca sono stati finora presentati in 37 articoli scientifici e 67 conferenze. In occasione di un evento informativo tenutosi il 22 novembre 2023, presso la sede principale del Centro a Vadena, le esperte e gli esperti hanno presentato una panoramica dei risultati ottenuti e dello stato attuale della situazione.
"Nel 2019, in particolare, la cimice asiatica ha causato danni significativi alle mele in Alto Adige. Al momento la situazione sembra essere più tranquilla e si osservano dei danni solo localmente e in misura minore. Nei nostri studi abbiamo seguito diversi approcci e siamo riusciti a ottenere importanti risultati sulle sperimentazioni con l'antagonista della cimice, la vespa samurai, e su approcci di controllo sostenibili. I progetti sono sempre stati realizzati e implementati in consultazione con le parti interessate e con il sostegno finanziario dell'amministrazione provinciale e dell'industria frutticola", ha sottolineato Manfred Wolf, responsabile del settore Parassiti e Fitopatie del Centro di Sperimentazione Laimburg.
Nel fondovalle la cimice asiatica si diffonde più facilmente
“L'obiettivo iniziale era monitorare la diffusione della cimice asiatica in Alto Adige con i partner locali. Dal 2018, abbiamo condotto approfonditi studi anche sulla sua biologia — ha spiegato Stefanie Fischnaller del gruppo di lavoro Entomologia al Centro di Sperimentazione Laimburg — Il comportamento e lo sviluppo della popolazione sono legati alle condizioni locali di temperatura e durata del giorno, variabili secondo la località. Da anni studiamo lo sviluppo stagionale delle popolazioni di cimice in diverse zone dell'Alto Adige." Ad altitudini più elevate, lo sviluppo della popolazione è significativamente ritardato rispetto alle altitudini più basse, dove si sviluppano due generazioni all'anno. Sono state portate avanti anche ricerche sui danni causate alle mele. Queste ricerche sono fondamentali per poter creare in futuro modelli di previsione che aiutino a sviluppare strategie di controllo efficaci.
Strategie di gestione sostenibile
Nella ricerca di soluzioni a lungo termine contro la cimice asiatica, Martin Parth del gruppo di lavoro Metodi Biologici di Protezione delle Piante si concentra su approcci di ricerca innovativi, come l’impiego di preparati microbici e funghi selezionati in grado di attaccare gli insetti nonché l'impiego di sostanze naturali a base di rame, tra cui varie polveri di roccia e terre diatomacee. "Il nostro obiettivo è trovare approcci di controllo sostenibili e praticabili, che possano sostituire o ridurre l’impiego attuale di prodotti fitosanitari di sintesi chimica. Finora siamo già riusciti a testare un numero considerevole di agenti in condizioni di laboratorio per verificarne l'effetto sui diversi stadi di sviluppo della cimice asiatica e a ottenere le prime informazioni", spiega Parth.
Nemici naturali della cimice asiatica
La vespa samurai (Trissolcus japonicus), anch'essa originaria dell'Asia, svolge un ruolo particolarmente importante e mirato sulla specie cimice asiatica. Infatti, depone le proprie uova all’interno di quelle della cimice e ne impedisce lo sviluppo. Il Centro di Sperimentazione Laimburg è stato ufficialmente incaricato di allevare e rilasciare il parassitoide in Alto Adige. Dal 2020, questa vespa parassitoide è stata rilasciata in maniera controllata in diverse zone dell’Alto Adige, e viene costantemente monitorata. I risultati sono molto incoraggianti e il tasso di parassitizzazione da parte della vespa samurai nei siti di rilascio è passato da una media di circa il 10% nel 2020 a circa il 50% nel 2023 - in alcuni siti addirittura fino al 70%. Lo svernamento della vespa samurai in campo indica anche una capacità di insediamento dell’insetto in Alto Adige e il successo del progetto. "Sono ora necessari ulteriori studi per scoprire come questo parassitoide naturale possa essere promosso in modo specifico sul campo", afferma Martina Falagiarda, ricercatrice del gruppo di lavoro Entomologia presso il Centro Laimburg.
Rintracciare le piante ospiti della cimice asiatica
La cimice asiatica si appoggia a uno spettro molto ampio di piante ospiti. Studi mirati presso il Centro di Sperimentazione Laimburg hanno permesso di comprendere meglio l'attrattiva delle piante selvatiche e ornamentali e le dinamiche di colonizzazione. La cimice asiatica è stata rinvenuta su 36 delle 40 specie di piante analizzate. Nell'ambito del suo dottorato di ricerca presso la Libera Università di Bolzano, Maja Fluch sta approfondendo questi risultati e utilizzando la biologia molecolare per studiare più in dettaglio le abitudini alimentari di questo insetto dannoso.
Foto: Introduzione all’evento da parte di Sabine Öttl, responsabile dell'Istituto della Salute delle Piante © Laimburg Research Centre/agnese martinelli
Fonte: Centro di Sperimentazione Laimburg