Dal campo
Ciliegio, albicocco e mandorlo al centro di un incontro presso Fondazione Agrion
Clima e nuovi patogeni le principali criticità di queste colture
Alcuni giorni fa presso il centro ricerche per la frutticoltura di Fondazione Agrion a Manta, Via Falicetto, 24, 12030 Manta CN, si è tenuto l’incontro tecnico su Ciliegio, Albicocco e Mandorlo.
Per quanto riguarda il Ciliegio: in Piemonte, l’attuale superficie è di 374 ettari (dati ISTAT). L’interesse, dal punto di vista commerciale, rimane elevato anche se non mancano le criticità legate all’elevata sensibilità di molte cultivar al cracking e ai danni provocati dalla Drosophila suzukii e la più recente Forficula Auricularia.
Per quanto riguarda Drosophila suzukii sono stati evidenziati danni precoci a inizio giugno a causa dell’elevata umidità e la freschezza generale del clima, condizioni che hanno favorito il volo del dittero e l’attacco delle varietà a maturazione più precoce. La popolazione nel corso del monitoraggio è rimasta tuttavia stabile senza presentare picchi elevati di presenza. Fondazione Agrion, insieme a Regione Piemonte e all’Università di Torino DISAFA, sarà impegnata anche quest’anno nel rilascio del parassitoide della Drosophila suzukii, il Ganaspis brasiliensis. È ormai il terzo anno di rilascio dell’imenottero antagonista naturale del moscerino dei piccoli frutti (il quarto per alcune postazioni): l’obiettivo è quello di rafforzare la popolazione presente sul territorio piemontese per contrastare efficacemente D. suzukii.
Tra le varietà più importanti del ciliegio si è discusso di:
- Areko* (+17) - Deriva dall’incrocio di Kordia x Regina. Albero di medio-elevato vigore. Frutti ben distribuiti sull’albero caratterizzati da lungo peduncolo. Grossa pezzatura. Polpa di elevata consistenza e buon sapore dolce e aromatico. Scarsa sensibilità al cracking.
- Henriette* (+20) - Cultivar di recente introduzione caratterizzata da medio-grossa pezzatura, aspetto del frutto attraente con colore della buccia rosso scuro. La polpa è di elevata consistenza e buon sapore dolce e aromatico.
- Cerasina® Final 12.1 (+37) - Cultivar gestita in esclusiva. Autofertile. Albero di medio-scarso vigore e di elevata produttività. Frutto di forma cuoriforme regolare e grossa pezzatura (30-32 mm). Necessita di diradamento nelle annate con carico di frutti elevato. Polpa di buona consistenza e buon sapore, equilibrato. Scarsa sensibilità al cracking.
- Cerasina® Prim 3.1 - Matura in epoca extra-precoce. L’albero è di medio vigore con habitus vegetativo compatto. Il frutto è di grossa pezzatura (30-32 mm), con colorazione della buccia rosso scura, molto attraente. Il sapore è buono, dolce e aromatico. Poco sensibile al cracking.
Per quanto riguarda l’Albicocco: La superficie attualmente coltivata in Piemonte è di 575 ha (dati ISTAT) nonostante le numerose criticità della specie che ne hanno limitato la diffusione. Sicuramente negli ultimi anni la coltivazione dell’albicocco, come quella del pesco, è stata fortemente interessata dall’attacco di Forficula auricularia, comunemente conosciuta come “forbicina”. Il dermattero, che causa delle profonde rosure ai frutti in maturazione, ha causato ingenti danni nelle ultime stagioni agrarie. Segnaliamo che, oltre al danno più comunemente noto, non è raro trovare attaccati anche frutti e foglie del ciliegio e dal monitoraggio che sta conducendo Fondazione Agrion è emersa anche un’abbondante popolazione su melo fin dai mesi primaverili. Molto complicata è la gestione di questo insetto, soprattutto quando la presenza in campo è così abbondante.
In seguito alla segnalazione congiunta di Piemonte, Veneto e Emilia-Romagna al Settore Fitosanitario Nazionale è stata inserita l’avversità sul disciplinare di produzione introducendo un trattamento con lamda-cialotrina per la difesa. Tuttavia, essendo l’insetto particolarmente resistente il solo trattamento risulta spesso non sufficiente per proteggere la produzione. Fondazione Agrion da anni sta sperimentando tecniche alternative per disturbarne il ciclo biologico, come la lavorazione del terreno e l’utilizzo di sostanze repellenti, che risultano spesso dei buoni alleati per il contenimento dell’insetto.
L’interesse per l’introduzione di nuove varietà è rimasto considerevole. Tra le varietà più importanti dell’albicocco si è discusso di:
- Bergeval® Aviclo* - Cultivar resistente a PPV (Sharka). Autofertile. L’albero è di facile gestione, regolarmente produttivo. Il frutto è di forma arrotondata e di grossa pezzatura. Attraente l’aspetto con colore di fondo aranciato ed esteso sovraccolore rosso scuro. Buono il sapore, dolce e aromatico.
Da verificare conservabilità e idoneità alle lavorazioni. Buoni i primi riscontri dal pieno campo. Idonea per filiere corte.
- Apribang* Regalcot® - Albero di elevata vigoria con portamento aperto e buona attitudine al rivestimento di rami misti. Elevata e costante la produttività. Il frutto è tondeggiante e regolare. Buono il potenziale di pezzatura. Molto attraente l’aspetto: colore di fondo aranciato con sovraccolore rosso intenso esteso sul 25% della buccia, tipicamente “vellutata”. Buono il sapore, dolce e aromatico. Autofertile
- Farbela* - Cultivar caratterizzata da albero di media vigoria e facile gestione. Frutto di grossa pezzatura, di forma ellittica, mediamente regolare. L’aspetto è attraente con fondo aranciato e sovraccolore rosso vivo esteso sul 15% della buccia. La polpa è di buona consistenza e sapore dolce. Autofertile.
- Rubely* - Albicocca a buccia rossa che matura qualche giorno prima di Kioto. L’albero è di medio vigore. Il frutto di è di grossa pezzatura (70-75g). L’aspetto è attraente con presenza di sovraccolore rosso brillante sul 75% della buccia. Il Sapore è discreto, acidulo e mediamente aromatico.
Per quanto riguarda il Mandorlo: in Piemonte, l’attuale superficie è di 103 ettari (dati ISTAT).
Si tratta di una specie di recente introduzione e tipica del Sud, che oggi suscita interesse in quanto coltura a basso fabbisogno di manodopera per la gestione ma con ancora numerosi aspetti da approfondire come: la scelta varietale, portinnesto e difesa fitosanitaria.
Dal punto di vista varietale l’attuale cultivar di riferimento è Tuono* che ha evidenziato negli ultimi anni alcune problematiche legate all’elevata presenza di mandorle con semi doppi. Per questo motivo Agrion sta cercando di introdurre nuove varietà con caratteristiche agropomologiche migliorative rispetto alla cultivar di riferimento, in particolare per quanto riguarda produttività e resa allo sgusciato come la recente Marinada*.
Altro tema affrontato durante l’incontro è stato quello delle problematiche fitopatologiche tra queste in particolare: Batteriosi (Xananthomonas campestris pv pruni) , Monidiosi, Afidi e Cicaline.
I ricercatori di Agrion Davide Nari e Valentina Roera hanno presentato le più recenti novità del confronto varietale ciliegio e albicocco mentre Francesca Pettiti e Luca Nari si sono occupati di mostrare gli aggiornamenti della sperimentazione Agrion su Forficula Auricolaria e Drosophila Suzukii.
La seconda parte è invece stata dedicata alla condivisione dei risultati delle prime esperienze della coltivazione del mandorlo in Piemonte, presso l’azienda agricola Cascina Palazzo di Cuneo. A presentare i dati, i ricercatori di Agrion e Simone Marchisio di Coldiretti Cuneo. (gc)
Fonte: Ufficio Stampa Fondazione Agrion