Il meglio di IFN
Ciliegie spaccate e trattamenti bloccati, la pioggia si fa sentire
Crolla sia prezzo che richiesta per i meloni
È da circa una decina di giorni che sembra di essere in autunno a causa del maltempo che ha colpito tutta Italia - soprattutto il Nord - e le previsioni non promettono niente di buono nemmeno per la settimana appena iniziata. Se, da un lato, le piogge sono state un vero toccasana, vista l’emergenza idrica in atto, dall’altro lato non mancano in campagna le criticità di carattere fitosanitario, senza dimenticare le problematiche commerciali che stanno colpendo i prodotti tipicamente estivi.
Dal mercato di Brescia Luca Feroldi, dell’azienda Garda Frutta ci spiega la dinamica in atto: “C’è stato un crollo nella richiesta di frutta estiva, in particolare per il melone, che ha subito nell’arco di una settimana un crollo dei prezzi eclatante, passando da quasi 3 euro/chilo a poco più di 1 euro/chilo. Una dinamica causata dal fatto che in Sicilia sono in piena raccolta, mentre al Nord con queste temperature autunnali, la clientela sta richiedendo mele, pere e arance. Quest’ultime, in particolare, mostrano un aumento delle quotazioni inaspettato per il periodo".
“Per quanto riguarda il resto della frutta estiva, per ora le quotazioni ‘tengono’, in quanto l’offerta non è ancora in eccesso rispetto alla domanda, ma i volumi sono in continuo aumento; quindi, c’è da sperare che il caldo ritorni a farsi strada. Inoltre, c’è da stare attenti al livello qualitativo della merce che si scarica in posteggio; per esempio non stiamo ancora trattando ciliegie italiane proprio per questa motivazione, quando al contrario abbiamo fornitori spagnoli che ci spediscono partite interessanti, che vendiamo a 9 euro/chilo. Discorso simile per pesche ed albicocche, per le quali il paese iberico riesce a garantire una qualità interessante per il periodo, con i prezzi che non scendono sotto i 4-5 euro/chilo”.
Come era prevedibile la ciliegia è la coltura che più sta soffrendo quet’andamento così piovoso e per comprendere quali sono gli effetti sulle produzioni pugliesi, abbiamo chiesto un parere all’agronomo Maurizio Simone della società Doctor Farmer di Bisceglie (Bat).
“L’annata non è facile perché siamo alle prese con un clima nordico, molto piovoso che non sappiamo affrontare nel migliore dei modi, ma la situazione non è così drammatica come sembra”, dichiara a IFN. “Finché continua a piovere però non si riesce ad avere un quadro chiaro di quello che sta succedendo nel nostro areale. Quello che è certo è che l’effetto del danno dipende dalle strategie adottate. Per chi ha fatto ricorso a soluzioni per la difesa dal cracking il problema è sicuramente ridotto. Abbiamo clienti, infatti, che stimano il danno in meno del 20%, mentre altri che sostengono di aver perso tutto. La verità probabilmente sta nel mezzo”.
A livello qualitativo, secondo l’esperto non dovrebbero esserci conseguenze preoccupanti. “Una volta che termina di piovere il vento asciuga i frutti e questo permette alla ciliegia di recuperare le caratteristiche organolettiche. Un problema che ci preoccupa di più, se esplode il caldo dopo il maltempo, è la mosca del ciliegio, ma al momento non è presente in modo significativo”.
A riportare le peggiori conseguenze attualmente è la varietà più precoce, la Bigarreau, che è in fase di invaiatura, quindi in uno stadio particolarmente delicato. “Le ciliegie Ferrovia invece sono ancora verdi e in fase di ingrossamento l’acqua in realtà non è un male, perché favorisce lo sviluppo del frutto”, spiega ancora Simone.
Anche sull’uva da tavola incombono problemi che fanno rima con Peronospora. “In Puglia e Sicilia molti impianti sono coperti – continua l’agronomo - quindi i danni sono sempre più limitati perché non c’è il contatto diretto dell’acqua con le piante, ma le condizioni per il proliferare della malattia della vite sono evidenti, a causa dell’alta umidità”.
Anche al Nord la situazione per il comparto cerasicolo non è delle più incoraggianti, soprattutto per chi non ha coperto l’impianto con reti antipioggia. Comunque, nei prossimi giorni si capirà con maggior precisione l’entità dei danni.
Rimanendo al Nord Italia, che è senza dubbio l’area che registra le criticità più importanti fra grandinate e rovesci improvvisi che non danno tregua (clicca qui per leggere l'articolo), c’è massima attenzione fra i tecnici di campagna nel monitorare l’evoluzione delle principali malattie fungine che trovano terreno fertile con un'umidità così elevata: “C’è preoccupazione per quelle aziende che non riescono ad entrare nei frutteti con le trattrici per effettuare i trattamenti fitosanitari alle piante – spiega a IFN Andrea Bandiera, tecnico di Patfrut – ma ad oggi non si vedono infezioni fungine preoccupanti fra le pomacee, a parte per quelle aziende che non hanno trattato chimicamente. Fra l’altro, le temperature così basse non sono favorevoli per la Maculatura Bruna, mentre per la ticchiolatura si è già registrato il picco del volo delle ascospore. Questo non significa che dobbiamo abbassare la guardia, anzi, da qui ai prossimi giorni monitoreremo i frutteti con la massima attenzione per evitare pericolose recrudescenze.”
“Allo stato attuale c’è più preoccupazione per patate e cipolle, da poco trapiantate, in quanto siamo in una fase dove le piante sono particolarmente sensibili ai ristagni idrici che in alcune zone stanno mettendo a repentaglio la sopravvivenza di intere coltivazioni, perché la rete drenante fatica a smaltire velocemente accumuli anche superiori a 100 millimetri in poche ore.”
Ha collaborato Lucia Caselli