«Ciliegie, le difficoltà ci sono ma la qualità è garantita»

Da Agrintesa una panoramica sulla campagna

«Ciliegie, le difficoltà ci sono ma la qualità è garantita»

Quella delle ciliegie per i più sarà un’annata da dimenticare. La campagna è stata minata dal maltempo, soprattutto le varietà più precoci e medie, ma la domanda regge nonostante prezzi mai visti prima. Per il fare il punto dall’Emilia-Romagna ne abbiamo parlato con Cristian Moretti, direttore generale di Agrintesa, e Enrico Bucchi, direttore commerciale Italia di Alegra.

“La campagna 2023 delle ciliegie è stata profondamente segnata dalle avversità climatiche: il maltempo, purtroppo, ha minato sia le varietà precoci che le medie e solo sulle tardive lo scenario è, in parte, migliore”, dichiara Moretti a IFN. “Purtroppo, siamo di fronte ad un’annata caratterizzata da volumi molto ridotti: la produzione è stata compromessa prima dalle gelate primaverili e, successivamente, da piogge frequentissime che si sono abbattute dall’inizio di maggio fino a oggi, senza interruzion,i sul prodotto rimasto. Il risultato? Sia nell’areale vignolese che in quello romagnolo, purtroppo, assistiamo a un calo produttivo che si attesta fra il 60% e il 70%”. A fare la differenza però anche i teli antipioggia, la cui installazione, da sempre, viene sostenuta da Agrintesa anche tramite concreti finanziamenti. 

“Dove presenti, i teli hanno permesso di contenere maggiormente i danni salvaguardando una percentuale maggiore di prodotto. Ad oggi resta da raccogliere fra il 20% e il 30% della produzione: confidiamo che la pioggia conceda una tregua, permettendoci di continuare la campagna di raccolta fino ai primi giorni di luglio”. 
Se le quantità sono scarse, però, altrettanto non si può dire della qualità: “Le ciliegie tardive stanno registrando buone pezzature, con calibri eccellenti e, grazie alle varietà - tutte di pregio - messe a dimora, alla competenza dei nostri produttori e alla tecnologia all’avanguardia presente nei nostri magazzini, possiamo garantire ai nostri clienti un prodotto di qualità molto elevata. La qualità viene garantita attraverso la specializzazione ormai storica dei nostri produttori e dal nostro territorio, particolarmente vocato”.
Non si sottovaluta nemmeno l’innovazione varietale. “Oggi ci consente di coltivare varietà di altissimo livello qualitativo in termini di pezzatura, colore e gusto. A questo siaccompagnano importanti investimenti in tecnologie per la selezione in magazzino, sempre più all’avanguardia, che garantiscono un prodotto finale di alto valore. E grazie, non da ultimo, all’Igp di Vignola che certifica la nostra territorialità e la qualità del prodotto dei nostri soci”. 

Enrico Bucchi segnala una buona tenuta della domanda nonostante le quotazioni mai viste in precedenza. “Nelle fasi iniziali della stagione la disponibilità è arrivata anche a punte di -90% rispetto alle produzioni dello scorso anno. Dobbiamo considerare che il consumatore, in linea di massima, vive la ciliegia come una concessione piacevole, un momento di soddisfazione del palato paragonabile all’esperienza di un cioccolatino. Questa ricerca di un’esperienza gustativa appagante e piacevole rende il consumatore meno sensibile alle fluttuazioni del prezzo di un frutto che, nell’immaginario collettivo, è già identificato come ‘prezioso’”.

A sostenere la domanda contribuiscono, poi, anche gli elementi climatici. “Lo scorso anno il caldo eccessivo aveva spinto, fin dai primissimi giorni di giugno, ad un consumo delle specie più prettamente estive come cocomeri, meloni, pesche e nettarine che, complice il sole, offrivano una qualità organolettica molto alta fin da subito. Quest’anno, al contrario, le costanti piogge stanno penalizzando un po’ queste prime produzioni estive. Per quanto riguarda le aziende del Gruppo Alegra (Alegra, Brio e Valfrutta Fresco) il trend delle vendite a valore è sicuramente buono, proprio in virtù delle elevate quotazioni e non registriamo particolari criticità nella gestione dei pochi volumi disponibili”, continua il manager.  

Quest’anno c’è un’insidia in più. Se gli scorsi anni la competizione spagnola sulle ciliegie non si era sentita, quest’anno la Spagna si è posizionata negli spazi vuoti con “una politica di prezzo aggressiva e una qualità adeguata alle attese del consumatore”, prosegue Bucchi. “Quindi una competizione esiste ma non ci spaventa: in condizioni produttive normali siamo perfettamente in grado di coprire il mercato con le produzioni nazionali, mantenendo qualità e prezzi adeguati. Ma non ci stupisce che mercato e i retailer, data l’eccezionale scarsità di prodotto italiano, abbiamo previsto integrazioni con prodotto estero nella prima fase della campagna e, allo stesso modo, non ci stupiremo per un’eventuale ‘intrusione’ di prodotto estero (proveniente da Grecia o Turchia) in fase tardiva: in condizioni di produzione normale non ci saranno grandi spazi per questi ingressi”.