Il meglio di IFN
Ciliegie ko in Puglia, albicocche sotto stress: la frutta estiva fa i conti col clima
Grecia e Turchia fuori dai giochi. Spagna tormentata dalla grandine

Il Macfrut si conferma anche quest’anno un osservatorio privilegiato per cogliere il polso della campagna estiva, che sta per entrare nel vivo. Nel corso dei tre giorni di fiera, abbiamo focalizzato la nostra attenzione su ciliegie e albicocche, protagoniste di un avvio di stagione segnato da forti squilibri tra territori e varietà, ma anche da prospettive interessanti in termini di mercato.
Ciliegie: meno concorrenza estera. Puglia in difficoltà
Le prime certezze arrivano dal fronte internazionale: le gelate che hanno colpito Grecia e Turchia hanno fortemente penalizzato le produzioni di ciliegie nei due Paesi, che negli ultimi anni avevano rappresentato una forte concorrenza per il prodotto italiano grazie a prezzi particolarmente competitivi. Una notizia accolta con cauto ottimismo da molti produttori nazionali, che negli anni passati avevano dovuto fronteggiare un’offerta abbondante e a basso costo. Non va dimenticato, inoltre, il ruolo che il prodotto greco aveva assunto in Puglia, dove alcune aziende completavano la propria offerta tardiva proprio con ciliegie elleniche.

Tuttavia, anche sul fronte interno non mancano le criticità. In Puglia – regione simbolo della cerasicoltura italiana – gli operatori stimano una perdita di almeno il 50% della produzione di Ferrovia, varietà di punta del comparto regionale. Le gelate di aprile hanno colpito duramente gli impianti, con una situazione fortemente disomogenea: si alternano frutteti semi vuoti ad altri con una buona carica produttiva, ma il bilancio complessivo si preannuncia pesante.
Più a nord, tra Lazio e Campania, la situazione sembra più stabile, mentre in Emilia-Romagna, Veneto, Trentino-Alto Adige e Piemonte l’attenzione è tutta rivolta al meteo: le condizioni produttive sono buone, ma la pioggia resta il principale fattore di rischio in fase di raccolta, appena iniziata lungo la via Emila, e si spera nella clemenza di Hyades.

Albicocche: produzione in calo e forti disomogeneità
Per quanto riguarda le albicocche, le previsioni presentate a Medfel due settimane fa (clicca qui per leggere l'articolo) indicavano già una riduzione del 10% della produzione europea, con l’Italia stimata a -20% e una produzione complessiva inferiore alle 200mila tonnellate. Ma secondo diversi operatori del Nord Italia, queste stime potrebbero essere addirittura ottimistiche. Le varietà precoci e alcune selezioni sensibili al freddo sembrano aver sofferto maggiormente i ripetuti sbalzi termici e le precipitazioni che hanno caratterizzato l’intera primavera.
L’albicocco, specie notoriamente sensibile agli stress climatici in fase di fioritura e allegagione, ha mostrato importanti cascole che potrebbero compromettere ulteriormente le rese. Il panorama, anche nel resto del Paese, è molto variabile: si passa da varietà quasi completamente scariche ad altre più promettenti, con rese comunque al di sotto della media.
Pesche e nettarine: primi dati a fine maggio, ma già si intravedono difficoltà
Ancora nessun dato ufficiale, invece, per pesche e nettarine: le prime stime europee sono attese verso fine maggio. Tuttavia, le premesse non sono rosee. Anche in questo caso, Italia e Grecia hanno subito le conseguenze delle gelate, mentre la Spagna ha dovuto fare i conti con pesanti grandinate che hanno distrutto i raccolti in diversi areali.
In sintesi, quella del 2025 si prospetta come una campagna estiva ad alta variabilità, tra opportunità di mercato generate dalla minore concorrenza estera e una produzione nazionale fortemente condizionata dagli eventi climatici che potranno ulteriormente inficiare la produzione a partire dalle zone che hanno sofferto la siccità lo scorso anno, Puglia e Sicilia in primis. (fp)
