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Ciliegie in GDO: la Turchia batte l’Italia?
Qualità e convenienza ne fanno un competitor insidioso
In ortofrutta si lotta quotidianamente sui centesimi. Spesso raccontiamo di produttori che non riescono a far accettare alle catene distributive aumenti dei listini nell’ordine di 10-20 centesimi/chilo; pertanto, siamo rimasti piuttosto sorpresi quando per lo stesso prodotto abbiamo rilevato, in un paniere di 7 insegne mixate fra supermercati e discount, una scala prezzi che andava da 5 a 16 euro/chilo. Certamente l’articolo che abbiamo esaminato, la ciliegia, è fra quelli di più alto valore, ma conclusa la rilevazione siamo rimasti disorientati, per usare un eufemismo, e vi spieghiamo il motivo.
Iniziamo dai discount. Su 4 punti vendita analizzati, sono presenti un massimo 2 referenze per negozio e i prezzi non superano mai i 10 euro/chilo a prescindere dall’origine. Va evidenziato, inoltre, come non ci siano mai due differenti nazionalità nella stessa insegna, quindi o solo Italia o solo estero. Il prodotto straniero (greco e turco in particolare) viene però utilizzato per le promozioni, ed in questo caso i valori si abbassano sensibilmente fino a 5 euro/chilo.
Spostandoci nei supermercati, si nota una segmentazione superiore dell’offerta, che si compone di almeno 2-3 referenze: confezionato premium, confezionato 'standard' e prodotto sfuso (non sempre). L’alto di gamma viene venduto fra 13-16 euro/chilo sfruttando grammature fra 300-400 grammi, che permettono di uscire con una battuta di cassa fra 3,99 e 4,99 euro/pezzo. Da notare come sia presente solo prodotto italiano.
A questo punto abbiamo voluto mettere alla prova il prodotto straniero dei discount con quello nazionale dei supermercati. Nella fattispecie si tratta di una ciliegia turca venduta in una confezione da 300 grammi, calibro 26/28, venduta a 2,79 euro/pezzo (ovvero 9,30 euro/chilo), confrontata con una confezione di ciliegie da mezzo chilo “standard”, calibro 25+ prezzo di vendita 5,96 euro/pezzo (ovvero 11,92 euro/chilo) e la linea premium nella confezione da 400 grammi, calibro 28+ prezzata 5,98 euro/pezzo ed equivalente a 14,95 euro/chilo.
Dall’aspetto esteriore la linea premium si stacca dal resto, grazie ad un calibro veramente interessante e ad una uniformità di colore accattivante. Eccellente anche il prodotto turco che sembra maggiormente omogeneo rispetto al prodotto “standard” del supermercato”. Una sensazione che è avvalorata dal rifrattometro: su una decina di frutti turchi esaminati il valore medio è pari a 16,5°Brix e non scende mai al di sotto dei 14° con punte di 18°Brix, quindi un range ristretto di grande qualità. Ottima performance anche per la linea premium, solo che, inaspettatamente, mostra un valore brix medio inferiore, pari a 15,5°, ma che al sapora non è percepibile. Chiude questa piccola analisi il prodotto italiano “standard” che mostra il valore medio più basso equivalente a 14,5° Brix e soprattutto una marcata eterogeneità in quanto si passa da frutti “acquosi” che mostrano 9° Brix a veri e propri zuccherini di 19°Brix.
In definitiva, la ciliegia turca mostra un rapporto qualità prezzo veramente interessante soprattutto se paragonato con quello standard italiano, che è troppo eterogeneo. Evidentemente l’azienda italiana che ha comprato e lavorato il prodotto (come riportato in etichetta) ha svolto egregiamente il proprio compito.