Dal campo
Cerasicoltura pugliese, la ferrovia non può essere l’unico traino
Tricarico's Cherries (Bari): «Pensare ad alternative varietali adatte al nuovo clima»
In Puglia, tra gli areali più vocati nel panorama cerasicolo, è stata vissuta una stagione 2024 in chiaroscuro o per meglio dire una campagna che ha lasciato ai produttori diversi spunti di riflessione per strutturare le campagne future. Ne parliamo a IFN con Vito Tricarico, titolare dell'azienda barese Tricarico's Cherries, specializzata nella produzione di ciliegie, che coltiva circa 22 ettari di terreno con varietà Bigarreau, Giorgia e Ferrovia. “Bisogna ammetterlo, il denominatore comune dell’agricoltura è il clima. Tutte le colture hanno risentito dell’inverno mite e della carenza d’acqua. Ovviamente non fa eccezione la cerasicoltura, dove abbiamo riscontrato un calo produttivo tra il 30 e il 40%”.
“Forse la varietà che ha avuto il calo minore è stata la Bigarreau, con la quale abbiamo dato avvio alla stagione intorno il 20 aprile, con un anticipo di almeno 10 giorni rispetto alle stagioni precedenti. La qualità dei frutti e la pezzatura sono state ottime, anche a causa dell’allegagione contenuta. La domanda centellinata di prodotto ci ha permesso di ottenere prezzi tra 3,50 e 4 euro al chilogrammo, in grado di bilanciare la perdita di frutti. Solo nei primissimi giorni di campagna si sono raggiunti picchi di 8 euro al chilo”.
A maggio inoltrato la Bigarreau ha passato il testimone alla varietà Giorgia. “E’ una varietà che quest’anno ha performato poco nell’areale. Tanti produttori stanno espiantando Giorgia, molto probabilmente non si adatta alle nuove condizioni climatiche”.
“Con la Ferrovia, che è il cavallo di battaglia della carasicoltura pugliese, abbiamo iniziato tra il 20-25 maggio. La stagione è stata contraddistinta da quantitativi inferiori di almeno il 30-40%. Fortunatamente è una varietà molto apprezzata e attesa ma con questi quantitativi per i produttori diventa complesso andare avanti”.
“Ormai il clima è un’incognita importante, secondo noi bisognerà puntare su varietà con fabbisogno di ore di freddo inferiori. Nuova linfa a un settore che ha bisogno di supporto; ovviamente, però, non dobbiamo accantonare le varietà storiche bensì supportarle in questa transizione”.