Casciaro (Op Coab): «Clementine al via tra produzione in calo e criticità fitosanitarie»

Frutti promettenti ma preoccupa la carenza di principi attivi

Casciaro (Op Coab): «Clementine al via tra produzione in calo e criticità fitosanitarie»

Con la stagione estiva ormai alle spalle e le temperature in calo, l’attenzione del comparto ortofrutticolo si sposta sulle eccellenze autunnali. Tra queste, spicca la clementina calabrese, simbolo del Made in Italy e protagonista dei mercati nazionali ed esteri. A fare il punto ai nastri di partenza è Francesco Casciaro, direttore dell’Op Coab della Piana di Sibari, intervistato da IFN.
“Quest’anno partirà regolarmente a metà ottobre, a differenza dello scorso anno quando abbiamo iniziato in anticipo”, spiega Casciaro. Dal punto di vista quantitativo, i volumi sembrano più contenuti a causa del ritorno di freddo in primavera inoltrata, che ha compromesso la fioritura. “Si parla di perdite a macchia di leopardo – precisa – quindi a parità di ettari potremmo registrare un calo del 10-15% rispetto al 2024. La situazione per le arance è ancora più drastica”.

Nonostante le criticità sui volumi, la qualità dei frutti appare soddisfacente: “Siamo certi di un esordio promettente”, conferma Casciaro. Tuttavia, a preoccupare il comparto sono le difficoltà agronomiche, soprattutto legate alla gestione di fitofagi, come il ragnetto rosso.
“Il problema principale è la carenza di principi attivi efficaci”, denuncia il direttore dell’Op. “Molte molecole efficaci sono state sostituite da prodotti che richiedono trattamenti più frequenti: questo non risolve il problema, ma aggrava gli oneri per le aziende agricole. Se non si interviene, si rischia di lasciare le aziende senza difese, con costi più alti e produzioni danneggiate. È un vero boomerang per il settore”.

In sintesi, la stagione delle clementine calabresi 2025 si apre con segnali incoraggianti per la qualità dei frutti, ma con alcune criticità da affrontare sul fronte agronomico e fitosanitario. La speranza degli operatori è che le istituzioni e il settore chimico possano garantire strumenti adeguati a proteggere le produzioni senza compromettere la sostenibilità economica delle aziende.