Dal campo
Carciofi siciliani falcidiati dalla siccità: non ci sarà il secondo raccolto
Il produttore Rametta: «Prezzi troppo bassi, i produttori così verranno tagliati fuori dal mercato»
Abbiamo parlato di siccità in Sicilia (clicca qui per approfondire), testimoniando uno scenario drammatico che non prevede miglioramenti. Nella Piana di Catania, terra di agrumi e non solo, il paesaggio è desertico: gli invasi sono a secco e il fiume Simeto (principale fiume della Regione) è ai minimi storici.
Ovviamente la situazione è molto difficile per tutti i settori ma quello che risente per primo delle conseguenze è di certo l’agricoltura. Per resistere alla siccità i produttori della Piana stanno attingendo (quando possibile) da risorse idriche private, affrontando costi esorbitanti. I rischi per la stagione estiva sono altissimi ma, per ora, a farne le spese sono agrumi e carciofi.
Gli agrumi hanno pagato lo scotto del calibro e i carciofi addirittura rischiano di non vedere la seconda raccolta. I capolini presenti in campo sono bruciati dalle temperature elevate e non hanno pezzature adeguate; la carenza di qualità non permette di ottenere risultati convincenti sul mercato: le quotazioni stanno crollando sotto i 20 centesimi a capolino. La seconda raccolta, finestra rilevante di mercato anche per il prodotto da destinare all’industria, molto probabilmente sarà nulla con perdite economiche rilevanti per l’intero areale.
Enzo Rametta, imprenditore agricolo specializzato nella coltivazione e nella commercializzazione di angurie e carciofi intervistato dal CataniaToday esprime tutte le preoccupazioni del comparto: “Senza l’intervento delle istituzioni non possiamo affrontare le calamità naturali. Abbiamo bisogno di misure drastiche per evitare di finire in ginocchio ed essere tagliati fuori dal mercato. Potrebbe essere presa in considerazione, anche nel nostro territorio, la proposta di allestire degli impianti di trasformazione dell'acqua di mare".
Intanto, la Regione prova a rispondere alle esigenze del settore, avviando i lavori di rispristino della condotta principale dell'adduttore idrico di contrada Magazzinazzo, nel calatino. Il tratto interessato, lungo circa 540 metri, è in disuso da tre anni a causa dell'alluvione del 2018. Sono stati stanziati due milioni per permettere di fornire l’acqua a 70 mila ettari di campi coltivati.