Dal campo
Campagna patate: clima avverso ed elateridi minacciano le rese
Nel bolognese, superfici dimezzate rispetto a tre anni fa

Superfici dimezzate rispetto a tre anni fa. Nonostante una piccola inversione di tendenza, gli ettari dedicati alla coltivazione della patata nel Bolognese sono circa la metà di quelli del 2022 e la campagna in corso si sta rivelando più difficile del previsto, tra clima sfavorevole e problemi fitosanitari. Secondo un’analisi di Confagricoltura Bologna, le superfici inserite nel contratto quadro regionale affiliate ad Agripat ammontano a 600 ettari, in leggero aumento rispetto allo scorso anno (523 ettari). Tuttavia, i numeri restano preoccupanti se confrontati con il 2022, quando gli ettari coltivati erano 1.102, e raccontano meglio di un altro dato le difficoltà di uno degli areali italiani più vocati a questa coltura.
“La situazione continua a essere piuttosto preoccupante – commenta Davide Venturi, presidente di Confagricoltura Bologna – e se non fosse stato per la tenacia e l’impegno dei produttori sarebbe andata anche peggio. Le criticità della filiera sono evidenti e le nostre aziende sono in difficoltà. Ancora una volta ribadiamo come uno dei fiori all’occhiello dell’agricoltura locale e regionale abbia bisogno del sostegno da parte delle Istituzioni per affrontare questo momento, il più difficile nella storia della pataticoltura bolognese: noi vogliamo che si continui a coltivare patata nel nostro territorio, una coltura che ha portato sviluppo e prestigio, ma con le attuali condizioni il rischio è che venga abbandonata dai produttori e che lo spazio lasciato sia occupato da altri territori".
Il cambiamento climatico è il problema numero uno e anche quest'anno ci ha messo lo zampino. "La stagione è partita in salita perché venivamo da mesi autunnali e invernali molto piovosi, che non hanno mai permesso di affinare il terreno in modo soddisfacente – spiega Luca Mattei, membro di giunta di Confagricoltura Bologna e consigliere di Agripat -. Anche marzo è stato molto piovoso, costringendoci a posticipare le semine. Aprile e maggio sono stati mesi freddi e poi, all’improvviso, è scoppiata l’estate con temperature di 35 gradi, compromettendo prima la crescita ottimale del prodotto a causa delle semine tardive e poi la maturazione del tubero. Un vero peccato che porterà sicuramente a un ulteriore calo della produzione”.
Il forte caldo delle ultime settimane ha inoltre favorito lo sviluppo di marciumi, germogliamenti e danni da elateridi, larve di coleotteri del genere Agriotes che vivono nel terreno e rodono i tuberi di patata, causando perdite significative di raccolto.
“Si tratta di una delle minacce più importanti per la campagna in corso – prosegue Mattei -. Stiamo cercando di contrastarla in tutti i modi possibili, anche se servirebbero risorse significative da destinare alla ricerca e alla difesa. Come Agripat abbiamo avviato il progetto di ricerca P.A.T.A.T.A. (Produrre Aggregando Tecnici e Agricoltori, Tutelando l’Acqua) con attività di semina e monitoraggio in diversi campi sperimentali. Oltre all’installazione di capannine meteo, fondamentali per ottimizzare l’irrigazione e i trattamenti fitosanitari, questo progetto ci consente di studiare se esiste una correlazione scientifica tra l’incidenza del danno da elateridi e il sistema irriguo utilizzato dall’azienda agricola. Sono tutte iniziative che auspichiamo possano aiutarci a tutelare la patata bolognese e a garantire un futuro a questa coltura”. (bf)
Fonte: ufficio stampa Confagricoltura Bologna
