Dalla distribuzione
«Biologico, nonostante le difficoltà la soddisfazione è garantita»
Il grossista Vitulano (Rimini) fa una panoramica del mercato
Non solo coltivare col metodo biologico espone a insidie maggiori rispetto al convenzionale, soprattutto in caso di maltempo, ma anche vendere i prodotti biologici non è per niente semplice. A farci una panoramica di qualità, prezzi e consumi di questo periodo è Antonio Vitulano, titolare di CarviBio, azienda che dal 2014 opera al Centro Agroalimentare di Rimini.
“Per quanto riguarda la frutta stiamo vivendo un periodo particolarmente difficile sia per la qualità, che non è mai stata così bassa da quello che ho potuto vedere dal 2014, sia per la reperibilità della frutta estiva. Ora, infatti, dovrebbero entrare in abbondanza sul mercato meloni, albicocche, ciliegie, pesche e nettarine ma si faticano a trovare soprattutto cercando prodotti di buona qualità”.
Se parliamo di frutta estiva e ortaggi bio: “I meloni sono venduti a 2 euro/2,50 al kg, stesso prezzo per le albicocche e pesche e nettarine, ma dipende dal calibro. Mentre le ciliegie si vendono dagli 8 ai 10 euro al kg. Per quanto riguarda gli ortaggi, il pomodoro grappolo si vende attorno a 1,50-2 euro al kg, mentre ciliegino e datterino dai 3 ai 3,50 euro al kg. Le melanzane si vendono da 1,50 a 2 euro al kg, le patate novelle a 1,50 euro al kg e le carote tra 1,60 e 1,80 euro al kg. Tutto il prodotto è rigorosamente italiano e certificato biologico”.
Un handicap in più rispetto al convenzionale è sicuramente il non poter ricorrere a trattamenti chimici. “Quando si coltiva in biologico bisogna affidarsi completamente a madre natura, ma quest’anno non è stata clemente, né con le regioni meridionali né con la Romagna. I volumi disponibili sono infatti meno della metà e di conseguenza i prezzi sono saliti alle stelle. Quello che stiamo notando è soprattutto un’importante vendita dei limoni favorita dalla buccia edibile. Una vendita costante tutto l’anno che si fa sentire anche adesso".
Alle criticità produttive fa seguito un calo dei volumi di vendita. “La diminuzione delle vendite è fisiologica, considerando che i consumi di ortofrutta stanno soffrendo in generale. A mio avviso se calano gli acquisti di ortofrutta, i primi a risentirne sono proprio coloro che lavorano con il biologico, perché avendo prezzi più elevati chi poteva permetterselo e per determinati motivi decide di tagliare su questi prodotti vira direttamente sui primi prezzi. A livello di clienti però c’è abbastanza movimento e ne siamo felici. Alcuni se ne vanno perché chiudono l’attività ma allo stesso tempo ne entrano di nuovi attirati da questo mercato. Secondo me è la scelta giusta perché inevitabilmente la Gdo convoglia molti clienti anche nell’acquisto di ortofrutta e se l’ambulante o il negoziante di frutta e verdura vogliono sopravvivere devono specializzarsi nel biologico, che è un mercato con una sua identità e che alla lunga dà sempre soddisfazioni”.
Vitulano conclude con un appello che lancia ai suoi colleghi grossisti: “Se vogliamo avere un futuro in mercato l’unica strada è riuscire a fare più rete tra noi standisti. Strutturarci in modo tale da mettere insieme la nostra forza e puntare solo sulla qualità cercando di chiudere accordi anche con la Gdo”.