Attualità
Assedio ai palazzi Ue: esplode la rabbia degli agricoltori
Ieri migliaia di manifestanti e trattori hanno occupato Bruxelles durante il Consiglio europeo

Ieri gli agricoltori europei hanno fatto sentire la propria voce nel cuore delle istituzioni comunitarie, portando a Bruxelles una protesta imponente per numeri, mezzi e intensità. Migliaia di contadini e oltre un migliaio di trattori hanno invaso il quartiere europeo per contestare l’accordo Ue-Mercosur e le ipotesi di riforma della Politica agricola comune, ritenute penalizzanti per il settore primario. Una mobilitazione che ha trasformato la capitale belga, blindata per l’ultimo Consiglio europeo del 2025, in uno scenario di forte tensione politica e sociale.

La manifestazione si è svolta mentre i leader dei 27 erano riuniti per discutere temi cruciali, dal finanziamento all’Ucraina per il biennio 2026-2027 alla tenuta geopolitica dell’Unione. Fuori dai palazzi, però, il messaggio degli agricoltori è stato chiaro: senza agricoltura non c’è sicurezza alimentare, né autonomia strategica. Nelle strade semi deserte di Bruxelles i clacson dei trattori hanno scandito la protesta, in un clima tutt’altro che festoso.
Davanti al Parlamento europeo la tensione è salita rapidamente. Gli agricoltori hanno scaricato letame e fatto esplodere petardi, mentre un imponente apparato di sicurezza cercava di contenere il corteo. A Place du Luxembourg, dove nel pomeriggio si è concentrata la fase finale della manifestazione, si sono verificati momenti di scontro: lanci di oggetti, idranti in funzione e fumogeni hanno accompagnato il confronto tra manifestanti e forze dell’ordine. La polizia belga ha stimato in circa 8.000 i partecipanti, con un migliaio di trattori concentrati nel quartiere Ue.
Alla protesta hanno preso parte anche numerose delegazioni italiane, con le bandiere di Coldiretti, Cia-Agricoltori Italiani e Confagricoltura, a conferma di un malessere diffuso che attraversa l’intero continente. Al centro delle rivendicazioni c’è la richiesta di reciprocità negli accordi commerciali, a partire dal Mercosur, e la difesa di una Pac dotata di risorse adeguate e regole chiare, in grado di garantire redditività alle imprese e stabilità alle filiere. Sul piano politico, proprio ieri è emerso che dal Consiglio europeo non arriverà un’intesa immediata sull’accordo con il Mercosur. Le posizioni restano divergenti: Germania e Spagna spingono per la ratifica, mentre Francia e Italia mantengono forti riserve per l’impatto che l’aumento delle importazioni agricole potrebbe avere sui produttori europei. Serviranno ancora settimane di confronto per tentare una sintesi.

Nel tentativo di ricucire il dialogo, i vertici delle istituzioni europee hanno incontrato una delegazione del mondo agricolo, riconoscendo la centralità del settore e promettendo attenzione nel bilancio comunitario, sostegni mirati alle aziende più fragili e una semplificazione delle norme. Dal fronte agricolo, tuttavia, il messaggio resta fermo: non basta parlare di sostegno, servono politiche forti, coerenti e finanziate, capaci di affrontare insieme crisi climatica, instabilità geopolitica e concorrenza internazionale. Nel frattempo, dentro il Consiglio europeo si è discusso anche di allargamento dell’Unione, definito un investimento strategico per la pace e la sicurezza, ma il contrasto tra le ambizioni geopolitiche dell’Ue e la gestione delle politiche agricole è apparso evidente. A rendere il quadro ancora più complesso sono arrivate, sempre ieri, le parole del presidente brasiliano Lula, che ha chiesto tempo all’Europa per arrivare alla firma del Mercosur, riconoscendo le difficoltà politiche legate alla forte opposizione degli agricoltori. La giornata di ieri a Bruxelles lascia dunque un segnale netto. Gli agricoltori europei non intendono restare ai margini delle scelte strategiche dell’Unione e reclamano un ruolo centrale nelle politiche economiche e commerciali. Tra trattori, clacson e scontri, la protesta ha riportato l’agricoltura al centro dell’agenda europea, ricordando che il futuro dell’Europa passa anche, e soprattutto, dai suoi campi. (aa)
Fonte: Ansa, Reuters, Adnkronos




