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Angurie: quelle coi semi scompariranno?
Il consumatore ha le idee chiare, ma non mancano le sorprese
Anguria ed alte temperature sono un binomio imprescindibile tanto da rendere questo frutto uno dei più “meteoropatici” in termini di consumo dell’intero settore ortofrutticolo. Senza un clima caldo la domanda si blocca, ma se la colonnina di mercurio si impenna, come sempre più spesso accade negli ultimi anni, i volumi commercializzati esplodono.
Se il clima favorisce l’acquisto di “pancia”, il valore nell’offerta di angurie è determinato dalle caratteristiche intrinseche del prodotto. Secondo le ricerche del Monitor Ortofrutta di Agroter (svolte su un campione rappresentativo dei responsabili acquisto), le famiglie italiane sembrano avere le idee piuttosto chiare sul prodotto da scegliere: oltre il 50% degli italiani preferisce un frutto di taglia media (3-6 chili) seguito dal 24% che sceglie mini-angurie (meno di 3 kg) mentre la stessa quota è affezionata ai “pesi massimi” da oltre 6 chili. Infine, il 20% del campione predilige l’anguria porzionata a fette.
Tuttavia, emergono differenze piuttosto significative in funzione dell’area geografica considerata. I mini formati, piacciono di più al nord e in particolare nel Nord Ovest (33%), mentre al Sud il 35% dei rispondenti dichiara di acquistare angurie maxi. Una percentuale doppia rispetto alla corrispondente del Nord Ovest. Ciò che non cambia, lungo tutta la penisola, è la penetrazione dell’anguria pari al 99%, a dimostrazione di come questo frutto sia un must irrinunciabile per i nostri connazionali.
“I dati sono eloquenti, le famiglie italiane ricercano sempre di più una anguria ‘smart’ quindi di taglia ridotta e, preferibilmente, polpa senza semi” spiega Claudia Iannarella, Consumer & Costumer Manager della divisione sementi orticole di BASF. E aggiunge: “Proprio la polpa seedless ne migliora le caratteristiche organolettiche in quanto il frutto è decisamente più croccante e non ‘sfarina’ come accade con le fette ricche di semi; inoltre, la shelf life viene notevolmente prolungata. Chiaramente non dobbiamo dimenticare il gusto, ovvero la dolcezza, che per il consumatore italiano rimane un requisito imprescindibile. È nostro compito analizzare nel dettaglio l’evoluzione delle abitudini di consumo rilevando tutti quegli ostacoli che nel vissuto di buona parte dei consumatori sono ritenuti un limite, e questo aspetto assume maggiore rilevanza per un prodotto come l’anguria, che è notoriamente uno dei frutti più apprezzati dalle fasce di età più giovani. Difatti, una buona varietà è un investimento per il futuro”.
La ricerca genetica di BASF ha tradotto in realtà i desideri dei consumatori sviluppando un nuovo segmento varietale, che nell’arco di pochi anni dalla sua introduzione ha rivoluzionato il settore dell’anguria: parliamo delle varietà midi seedless a buccia scura e brillante a marchio Nunhems. “Come ogni varietà di pregio è il mix ben bilanciato delle diverse caratteristiche sia estetiche che organolettiche a decretarne il successo – specifica Matteo Bano Account Manager melone e anguria area nord della divisione sementi orticole di BASF - Parliamo di frutti con un peso di 4/6 chilogrammi, dalla polpa rosso brillante decisamente croccante e con pochi semi bianchi edibili. A livello estetico il frutto è elegante e distintivo grazie alla forma rotondeggiante e dalla buccia nera, una novità assoluta per il mercato italiano, abituato alla classica anguria striata. Proprio questo aspetto di distintività, unito alla grande costanza qualitativa durante l’intero arco della stagione, ha creato i presupposti per Nunhems per un nuovo segmento con delle dinamiche fino ad ora sconosciute nel settore delle angurie”. E conclude: “Entrando nel dettaglio la nostra proposta si compone di un tris varietale, a partire da Fashion F1, che è stata la varietà apripista per l'anguria a buccia nera in Italia, affiancata a sua volta da Style F1, che si caratterizza per l’ottima adattabilità ai vari ambienti di coltivazione e Stellar F1, ideale per i cicli precoci.”
“Il caso delle varietà midi nere seedless – sottolinea Iannarella – è l’esempio calzante di come una innovazione varietale possa dare nuova linfa ad un intero comparto generando valore lungo una filiera, che spesso finiva all’onore delle cronache per le promozioni a pochi centesimi al chilo. Se inizialmente le catene distributive erano titubanti, ora si sono dovute velocemente ricredere e adesso l’anguria nera midi senza semi è una presenza fissa nell’assortimento di una qualsiasi insegna”.
Un exploit che ci viene confermato dai numeri: alcuni buyer affermano come il segmento dell’anguria midi nera seedless valga fra il 20-30% a valore e circa il 20% a volume, con trend in crescita anno dopo anno. Ѐ giunto quindi il tramonto per le classiche angurie coi semi? “Difficilmente scompariranno – afferma Bano – per lo meno nel breve-medio periodo, perché c’è ancora un’ampia quota di consumatori che apprezza questa tipologia di prodotto, in particolare modo nelle regioni del Sud Italia e fra le fasce d’età più adulte. Parallelamente le tendenze in atto confermano come ci sia ampio margine per le angurie di taglia ridotta e senza semi, che possono trovare ulteriore sbocco nel prodotto porzionato. A tal proposito stiamo investendo nello sviluppo di nuovi prodotti, e non mancheranno sorprese nei prossimi anni”.
Questo articolo è stato lanciato in anteprima sul servizio di aggiornamento settimanale su WhatsApp di Nunhems dedicato a melone e anguria (clicca qui per approfondire)