Angurie, al via la raccolta nel Nord Italia: qualità e domanda in crescita

OP Geofur avvia i primi stacchi tra Veneto e Lombardia: “Pezzatura ottima e vendite vivaci grazie al caldo”

Angurie, al via la raccolta nel Nord Italia: qualità e domanda in crescita

È finalmente tempo di angurie anche nel Nord Italia, con i primi stacchi iniziati proprio in questi giorni. A confermarlo è Cristiana Furiani, amministratore delegato di OP Geofur: “Abbiamo appena avviato la raccolta nelle nostre serre tra Melara (RO) e Ostiglia (MN), in quell’area particolarmente vocata tra Veneto e Lombardia, circondata dai fiumi Adige e Po. Il prodotto si presenta già con un’ottima pezzatura, croccante e dolcissimo come sempre. Il caldo intenso che sta interessando tutta la Penisola sta contribuendo a rendere le vendite vivaci”.

L’organizzazione di produttori con sede a Legnago (VR) è nota per la produzione di radicchio, fiore all’occhiello della gamma aziendale, ma è proprio l’anguria a recitare da protagonista durante i mesi estivi.
“È una coltura che ci consente di garantire continuità, sia produttiva che commerciale, durante tutta la stagione estiva, con un vantaggio significativo soprattutto nella gestione della manodopera, che può così essere impiegata lungo tutti i dodici mesi dell’anno. Inoltre, è una produzione che ci dà soddisfazione: lavoriamo in un areale vocato e abbiamo maturato un expertise tale da permetterci di ottenere un prodotto all’altezza delle aspettative”.

Le superfici dedicate all’anguria ammontano a 90 ettari complessivi: “Sono in gran parte coltivati con varietà tradizionali di pezzatura medio grossa, che rimangono sempre le migliori, anche se di recente abbiamo introdotto anche pezzature mini per rispondere alle nuove richieste del mercato”.
Il prodotto, sottolinea Furiani, è destinato per l’80% al mercato interno: “Grazie a una programmazione molto accurata, tutte le quantità sono già state collocate presso i nostri clienti. La campagna proseguirà fino alla fine di agosto o, al più tardi, ai primi di settembre”.
Dal punto di vista commerciale, si respira un moderato ottimismo. Le ultime campagne hanno infatti registrato un recupero dei prezzi, dopo alcune stagioni difficili segnate da quotazioni particolarmente basse. Tuttavia, non mancano elementi di criticità, soprattutto sul fronte produttivo.
“Lo scorso anno – ricorda Furiani – una tromba d’aria ha danneggiato alcune delle nostre serre, che abbiamo dovuto ricostruire. A questo si aggiungono i danni causati dalla grandine, che ormai colpisce con maggiore intensità e su superfici più ampie rispetto al passato. Si tratta di fenomeni sempre più frequenti, che si sommano all’aumento dei costi assicurativi, oggi in grado di incidere fino al 10% sul totale dei costi di produzione”.

A pesare sul bilancio della campagna anche le avversità fitosanitarie e i danni causati dalla fauna selvatica. “I patogeni, come gli afidi, sono sempre più difficili da gestire – aggiunge – e nel nostro areale le nutrie stanno diventando una minaccia crescente, con impatti significativi sulle coltivazioni”.
Nonostante tutto, lo spirito rimane quello di chi affronta con determinazione una sfida complessa: “Fortunatamente possiamo contare su un reparto tecnico preparato, capace di affrontare con tempestività e competenza le difficoltà che il nostro settore si trova a gestire anno dopo anno. È proprio grazie a questa solidità organizzativa che possiamo continuare a guardare avanti con fiducia e determinazione”. (bf)