Dalla distribuzione
«Almaverde Bio, ecco i nostri step di crescita»
Presente e futuro del settore con Paolo Pari
È un progetto di crescita orientato su più step quello che sta portando avanti la società specializzata Canova con la marca Almaverde Bio. E si basa, in primis sul format delle isole Almaverde Bio, sull’innovazione varietale, sull’attenzione per un packaging sostenibile e sull’importante ruolo della comunicazione. Con Paolo Pari, direttore di Almaverde Bio, abbiamo individuato i trend del settore e i progetti per il futuro.
Le isole in dettaglio
Partiamo dalle buone performance delle isole di Almaverde Bio che, come avevamo già anticipato (clicca qui per approfondire), stanno segnando un trend di crescita del 29% sulle vendite rispetto al 2022 (dato al 31 agosto).
“I dati del nostro fatturato sono in crescita, in linea con i dati del settore in generale – spiega Pari a IFN – ma, come è stato evidenziato anche al Sana, i volumi non sono così brillanti”. E aggiunge: “Dal nostro osservatorio vediamo un mercato nazionale un po’ in sofferenza mentre all’estero va meglio. Fortunatamente con le isole di Almaverde Bio stiamo registrando vendite positive sia a fatturato che a volume”.
Il progetto delle isole va ovviamente verso l’ampliamento: “Siamo disponibili a diverse collaborazioni e stiamo mettendo a punto i format in base alle superfici dei punti vendita. Con la gestione diretta di questi corner siamo responsabili dell’assortimento, della gamma e della strategia commerciale. Il rapporto diretto con la produzione, inoltre, ci consente di ottimizzare l’offerta sui prodotti altovendenti e sugli stagionali”.
La strategia delle isole insiste in particolare su una gamma più profonda rispetto agli standard generali e che permette di realizzare scale prezzo. “Considerata la prudenza dei consumatori, che in questo periodo storico stanno vedendo diminuire la loro capacità di acquisto – commenta Pari – è importante che possano trovare il prodotto biologico in formati convenienti e continuativi, che possono anche rappresentare un criterio di scelta di un primo approccio alla gamma”.
Verso nuovi prodotti con l’innovazione varietale
Il secondo fattore di crescita di Almaverde Bio è l’innovazione varietale, che si ritrova nelle stesse isole al punto vendita. “Guardiamo sempre con interesse all’innovazione di prodotto – sottolinea Pari – e tutto ciò che può essere innovativo cerchiamo di tradurlo nel biologico. Siamo convinti che i consumatori bio debbano poter godere degli stessi prodotti convenzionali e, finora, abbiamo fatto un bel percorso sia con le uve seedless, ma anche con la mela Candine® e con il kiwi giallo”.
Sostenibilità e packaging
Il valore dei prodotti dipende ovviamente anche dal loro contenitore. E arriviamo qui al terzo fattore di crescita per il settore ovvero lo sviluppo di un packaging dedicato e sempre più sostenibile.
“Tutte le nostre confezioni sono riciclabili oppure compostabili – specifica Pari – per esempio le plastiche sono da materiali riciclati all’80%, mentre le confezioni in cartone riportano tutte la certificazione Fsc. Il nostro settore ha insito in sè il tema della sostenibilità e non possiamo di certo fare un passo indietro in termini di confezionamento”.
Comunicazione, serve un approccio istituzionale
Finora abbiamo parlato di strategie che sarebbero nulle senza l’aspetto della comunicazione, che rappresenta il quarto fattore di crescita per il settore. Ma è importante saper scindere tra la comunicazione di brand (che oggigiorno è già sviluppata) da quella istituzionale, che è ciò di cui il settore ha più bisogno.
“Il biologico è un sistema di per sé sostenibile, per cui è facile comunicare la nostra offerta in termini di brand ma è auspicabile che ci venga fornita anche una comunicazione istituzionale", insiste Pari. "Penso ad esempio alla campagna di comunicazione del ministero (Masaf) realizzata da Ismea e che vede protagonista il musicista presentatore Elio (Elio e le storie tese) nei panni dello "zio Bio" di Ismea (clicca qui per approfondire). Rimaniamo in attesa di un progetto simile per il comparto rtofrutticolo”.
E conclude: “Ovviamente partecipiamo già ai progetti cofinanziati dall’Unione Europea che ci supportano in termini di comunicazione ma, per essere incisivi, la comunicazione istituzionale e quella di brand devono procedere sullo stesso binario”.