Dal campo
Albicocche: troppa offerta sul mercato, ma i prezzi tengono
Tozzi Frutta: “Situazione sotto controllo per chi lavora con programmazione e qualità”

Il mercato delle albicocche è sotto pressione per l’eccesso di offerta, causato dalla contemporanea presenza di prodotto proveniente da tutti gli areali italiani; una situazione che, come spesso accade, sta generando un po’ di confusione nei listini e nelle dinamiche commerciali.
“Per realtà strutturate come la nostra, però, non si tratta di una novità né di un problema preoccupante, ma semplicemente di una fase passeggera a cui siamo abituati”, commenta Cristian Tozzi, Imprenditore Agricolo e responsabile commerciale della Tozzi Frutta di Forlì, parlando dell’andamento della campagna albicocche.

L’azienda, attiva nella produzione ortofrutticola su 100 ettari di proprietà dedicati alle principali drupacee (pesche, nettarine, albicocche e susine), nonché a pere e kiwi, collabora stabilmente con diverse aziende agricole partner, a completamento di un’offerta integrata e programmata. “Operiamo sia sul mercato italiano, tra Gdo e mercati all’ingrosso, sia all’estero. Nella prima parte della stagione abbiamo registrato quotazioni elevate, sostenute da una carenza di prodotto, ma ora che tutti gli areali stanno entrando in produzione, si è creata una pressione sull’offerta che la domanda fatica ad assorbire, anche a causa dell’attività di operatori meno strutturati, che hanno urgenza di vendere subito quanto raccolto”, spiega Tozzi. “Una dinamica più evidente sul mercato interno, dove la pressione è maggiore, mentre all’estero, dove si lavora con programmazione, la situazione risulta più stabile e gestibile”.

Nonostante la situazione, i prezzi alla produzione restano remunerativi, complice la buona qualità espressa dalle varietà attualmente in raccolta. Secondo Tozzi, si tratta di dinamiche già viste in passato: “Sono fluttuazioni fisiologiche, che si affrontano con un’attenta gestione del prodotto in entrata, ben coordinata con l’ufficio commerciale”.
Un punto critico, però, resta la questione varietale. “Oggi si riscontra un eccesso di varietà, che genera confusione sia sul mercato sia nella percezione del consumatore. La segmentazione è troppo ampia: troppe varietà in troppi areali diversi, con l’effetto di un’offerta disomogenea, difficile da comprendere per chi acquista. Ad esempio, sono già iniziati i primi stacchi di Faralia nelle zone più precoci, che continueranno a sovrapporsi per un mese ad altri areali. Questo rende impossibile parlare di uniformità sullo scaffale”.

Sul fronte agronomico, però, il quadro è rassicurante. “Non si segnalano particolari criticità nella nostra zona. A parte il freddo primaverile che ha colpito in modo irregolare alcune aree, non abbiamo subito grandinate e il prodotto si presenta molto bene, sia esteticamente che in termini di sapore”.
Secondo Tozzi, questi elementi lasciano ben sperare per le prossime settimane: “La qualità c’è e se il mercato si riequilibra, come spesso accade dopo questa fase centrale della campagna, possiamo aspettarci un buon prosieguo, con un rapporto domanda-offerta più equilibrato”.


















