Dalla distribuzione
Al CAR trend positivi per mele e agrumi
Con il grossista Marocca focus sulla frutta
“Negli ultimi giorni c’è abbastanza movimento per quanto riguarda le vendite di mele e agrumi”. A dirlo a IFN è Amato Marocca, della Fratelli Marocca Srl, azienda grossista specializzata in pere e mele che da più di 50 anni opera all'intero del Centro Agroalimentare di Roma.
“Le mele si stanno vendendo in quantitativi discreti con prezzi al rialzo – aggiunge – una tendenza giustificata da arrivi abbastanza limitati. Per esempio, le quotazioni della Golden Delicious sono aumentate di circa 0,10 euro al chilogrammo”.
Anche sul comparto agrumi c’è abbastanza fermento, un andamento generato da volumi scarsi. “Per esempio sugli agrumi egiziani stiamo riscontrando prezzi in aumento di 3/4 euro al collo (solitamente da 10 chilogrammi, ndr)”.
Anche i prezzi dei kiwi greci sono in rialzo a causa della disponibilità limitata: “Li stiamo quotando sui 2,50/3 euro al chilogrammo e la campagna è quasi giunta al termine”, commenta Marocca.
Sono invece in calo i meloni, considerato che lato produzione si stanno alzando i quantitativi: “Stiamo distribuendo questi frutti nella fascia prezzo di 1,30/1,60 euro al chilogrammo”.
Prezzi record per carote, cipolle e sedano
Dalle elaborazioni di BMTI sui dati all’ingrosso rilevati nel mercato all’ingrosso di Roma, appartenente alla Rete Italmercati, emergono prezzi record per carote, cipolle e sedano.
Differenti le cause. Per quanto riguarda le cipolle dorate, il caldo della scorsa estate ha rovinato il prodotto nostrano. Nei mercati è, infatti, terminata la disponibilità di prodotto nazionale a favore del prodotto estero, portando così il prezzo in aumento del +150% rispetto allo scorso anno.
Un picco insolito si registra anche per i prezzi del sedano da costa verde e delle carote, la cui disponibilità è molto limitata a causa di un rallentamento della produzione, determinato dalle temperature ancora basse, soprattutto la notte. Rispettivamente, rispetto ad un anno fa, si rileva un incremento del +135,29% e del + 118,18%.
Inoltre, per tutti e tre questi prodotti, bisogna considerare l’aumento dei costi dei materiali di imballaggio, in particolare la plastica, l’incremento dei costi delle fibre plastiche per le serre, sotto cui vengono coltivati prodotti e, anche, dei fertilizzanti.
Questi tre prodotti, da sempre considerati “poveri”, si stanno adeguando agli incrementi di altri prodotti “poveri”, come le patate, i finocchi e le verze, i cui prezzi, negli ultimi anni, sono triplicati.