Agrumi, in Spagna due pesi e due misure per il controllo dei residui

Il 60% dei prodotti extra UE contiene principi attivi oltre i limiti o non ammessi in specifico o vietati

Agrumi, in Spagna due pesi e due misure per il controllo dei residui

L’Unione Europea richiede valori stringenti in termini di residui di antiparassitari negli agrumi per avere un livello di sicurezza e sostenibilità elevato. Però, secondo l'Unió lauradora (organizzazione di produttori valenciana) ci sono falle nei controlli; infatti, durante sopralluoghi nei reparti ortofrutta delle varie catene della gdo nel territorio valenciano, lotti di agrumi importati da Paesi extra Ue hanno presentano percentuali di residui oltre il consentito non rispettando gli standard comunitari. 

I produttori che fanno parte dell’organizzazione hanno acquistato i frutti con origine extra Ue e li hanno fatti analizzare da un laboratorio autorizzato. Il risultato è stato eclatante: Il 60% dei lotti di agrumi hanno presentato più residui di materie attive anche rispetto a quelli raccomandati dalle catene di distribuzione, più restrittivi di quelli di legge. Ne sono stati rilevati fino a 9, quando di norma la distribuzione europea non consente che ce ne siano più di 5 e alcuni di questi sono considerati molto dannosi. 

Nelle analisi, ad esempio, è stata rinvenuta piraclostrabina, un principio attivo autorizzato nell'Ue, ma solo per i mandarini, sensibili all'alternaria. Si tratta quindi di un prodotto autorizzato, ma utilizzato in modo improprio. Ha effetti nocivi sulla salute umana ed è molto tossico per gli organismi acquatici. Nei campioni è stata scoperta anche l’azossistrobina, che non è autorizzata per gli agrumi nell'UE ed è molto tossica per diversi organismi.

“La dinamica sorprendete è che ai produttori locali vengono imposte restrizioni molto più severe di quanto viene consentito ai produttori di altre parti del mondo. Ho la sensazione che i supermercati utilizzino un metro diverso a seconda dell'origine del prodotto e per noi è sempre molto complesso competere, Abbiamo restrizioni che apparentemente non sono invece rispettate da altri paesi e i supermercati non sono così esigenti quando si tratta di prodotto straniero”. Questo quanto dichiarato da Carles Peris, segretario generale de l'Uniò.

L'organizzazione esorta le aziende importatrici e le catene di distribuzione a rifiutare dai propri fornitori gli agrumi che contengono pesticidi che non possono essere utilizzati nell'ambito dell'Unione Europea. 
L'Uniò precisa che con le analisi effettuate in un laboratorio autorizzato, si può facilmente scoprire la presenza di sostanze attive non permesse in Ue, per cui queste falle dimostrano la carenza di ispezioni.

Fonte: Revista Mercados