Agrion: focus su pesche tardive, mele precoci e nuove forme d'allevamento

Fra i temi affrontati anche la Glomerella leaf spot

Agrion: focus su pesche tardive, mele precoci e nuove forme d'allevamento

Giovedì 29 agosto presso il centro ricerche per la frutticoltura di Fondazione Agrion a Manta, Via Falicetto, 24, 12030 Manta (CN), si è tenuto l’incontro su pesche tardive, mele precoci, forme di allevamento multiasse (Guyot) e Glomerella.

Melo e pesco
La superficie investita a melo in Piemonte è di 6.895 ettari (Istat 2023). Di questa più del 20% è a conduzione biologica, con un trend che per il futuro prossimo sembra essere meno in crescita rispetto agli anni passati. Le cause sono da ricercare nella situazione commerciale meno favorevole e all’aumento delle problematiche fitosanitarie sempre più difficili da gestire (afide lanigero, colpo di fuoco batterico, patina bianca, etc).
Al centro dell’incontro sono state le mele estive, tra cui le Gala, gruppo varietale predominante con il 42% del totale. Dal punto di vista dell’innovazione di prodotto i margini di miglioramento, per quanto riguarda la colorazione della buccia, sono ormai difficilmente migliorabili anche nei nuovi cloni. Possibile innovazione arriva dai mutanti a maturazione precoce che riescono a garantire un elevato livello di colorazione della buccia abbinato a un significativo anticipo di maturazione.
Tra le cultivar a maturazione anticipata si segnalano Gala Fensoon* e Wildfire® Gala RKD*, cloni a maturazione precoce che anticipano di una ventina di giorni il raggiungimento dei parametri di raccolta rispetto agli altri cloni “standard”. La colorazione della buccia è di tipologia striata di buona estensione. Da verificare il vigore dell’albero, la pezzatura e la forma del frutto. Nel 2024 è stata valutata la seconda produzione di Galamax*, varietà che matura una decina di giorni prima dei cloni “standard”. Il frutto presenta una buona estensione di sovraccolore rosso, di tipologia prevalentemente striato.
Altre cultivar di recente introduzione interessanti, con epoca di maturazione non differente dalle cultivar testimone, vi sono: Alpigala*, clone di origine francese con colorazione molto intensa e diffusa, di tipologia striato/uniforme, avviata alla sperimentazione estesa, così come Fenplus* e T-REX® CivT15, cloni italiani caratterizzati da elevata colorazione della buccia, di tipologia uniforme. Galamic*, clone con albero compatto ad habitus semi-spur. I frutti sono intensamente colorati, assimilabili alla serie “colorazione uniforme molto intensa e diffusa. Gala Fenstripe*, clone caratterizzato da sovraccolore di tipologia striato di buona estensione.  Il color rosso è brillante e luminoso a livello dei testimoni. Fengal N*, mutante con sovraccolore di tipologia striata/ uniforme di buona estensione della colorazione, brillante e luminosa a livello dei testimoni.

Per quanto riguarda il pesco la superficie italiana si attesta su 54.350 ha (-9% rispetto al 2022) con un trend fortemente negativo nell’ultimo decennio: -37% rispetto al 2010. Il Piemonte con 3030 ha, così come le altre regioni del centro nord, evidenzia un forte trend negativo delle superfici: -52% rispetto all’ultimo decennio.
Durante la giornata si è parlato dal punto di vista dell’innovazione varietale di cultivar a maturazione tardiva ed extra tardiva.
Tra le pesche a polpa gialla si conferma interessante anche in pieno campo Sweet Dream*, cultivar con albero di media vigoria e facile gestione, con elevata produttività e buona rusticità. Grossa la pezzatura dei frutti. La forma è tondeggiante-oblata, regolare. L’aspetto è attraente con colore di fondo giallo e sovraccolore rosso intenso di elevata estensione. La polpa è spicca, di buona consistenza e tenuta. Buono il sapore di tipologia sub-acida. Pajonite*, varietà caratterizzata da albero di vigoria media con habitus tendenzialmente procombente. Il frutto è di grossa pezzatura (AA prevalente), dalla forma oblata, non molto regolare. L’aspetto è mediamente attraente. La durezza della polpa risulta elevata, il sapore è buono, sub-acido.

Per quanto riguarda le nettarine a polpa gialla positivi i riscontri su Alma 2*, matura qualche giorno dopo Orion, l’albero è di vigoria intermedia con un’ottima attitudine al rinnovo vegetativo. Il frutto è di grossa pezzatura con forma oblunga/rotonda, regolare. L’aspetto è attraente con sovraccolore rosso intenso su oltre l’80% della buccia. Poco aderente la polpa, di buona consistenza. Il sapore è molto buono, dolce. Segue di qualche giorno Kinolea*. Nettarina di elevata rusticità recentemente inserita in lista. La pezzatura è grossa ma attenzione alla gestione del corretto carico produttivo. La forma del frutto è tondeggiante regolare. L’aspetto è attraente con colore rosso vivo sul 60-70% della buccia. Il sapore è molto buono dolce e aromatico. Tra le pesche a polpa bianca in epoca di Michelini è interessante Octavia® Zaigle*: l’albero è di medio vigore, il frutto è di grossa pezzatura, la forma è oblata-rotonda, regolare. Attraente l’aspetto con sovraccolore rosso intenso sul 70% della buccia su fondo biancastro. La polpa è di buona consistenza e ottimo sapore, molto dolce mediamente aromatico. Idonea per filiere corte. 

Glomerella Leaf Spot
Altro tema affrontato è stato la Glomerella leaf spot o sindrome da Colletotricum: malattia di origine sud-americana che colpisce in particolare il melo e può provocare danni anche superiori al 75%. Recentemente è stata isolata nei principali areali di coltivazione italiani del melo, compreso il Piemonte. Questa malattia compare prima nella parte bassa della chioma (solitamente nel mese di luglio), concentrando le macchie sulle foglie apicali dei getti. Oltre alle foglie colpisce i frutti determinando gravi marciumi. Si tratta di patogeni fungini appartenenti al genere Colletotrichum. Gli stessi funghi sono al tempo stesso agenti causali della malattia sulle foglie, nota come Glomerella Leaf Spot (GLS), e di una forma che colpisce i frutti, nota come Apple Bitter Rot (ABR)

I fattori scatenanti sono temperature estive e bagnatura fogliare prolungate, dunque temporali estivi e bombe d’acqua. Le cv. dal gruppo Gala sono le più sensibili, tuttavia GLS è stata segnalata in Piemonte anche su Golden delicious e altre varietà. Per affrontare la problematica è stato creato un gruppo di lavoro interregionale con Piemonte, Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e le Province autonome di Trento e Bolzano. Fondazione Agrion, Settore Fitosanitario e Università di Torino stanno portando avanti gli studi e le sperimentazioni nella nostra regione per definire la strategia di contenimento, tra cui test di laboratorio e screening di prodotti da applicare preventivamente sulle piante.  

Forme di allevamento multiasse (Guyot) 
Al centro dell’incontro è stata anche la forma di allevamento multiasse detta Guyot, una nuova tipologia di conduzione della pianta, studiata e sviluppata in Italia dalla Fondazione E. Mach (Dorigoni e Micheli, 2018), che rivoluziona completamente l’idea del frutteto e in particolare del melo. 
Le piante sono costituite da un apice vegetativo piegato orizzontalmente in vivaio o in campo a circa 70 cm da terra dal quale si sviluppano circa 5-6 rami verticali che diventano gli assi su cui andrà a concentrarsi la produzione delle mele. L’idea è quella di avere una parete fruttifera con ridotte distanze tra i filari, un limitato sviluppo in altezza, gestibile da terra senza l’impiego della piattaforma mobile.
I vantaggi, ancora in corso di verifica, di questo nuovo concetto d’impianto sono: 
- operazioni colturali eseguibili da terra nella quasi totalità;
- miglior efficienza dei trattamenti antiparassitari mediante riduzione della deriva e dei quantitativi utilizzati (riduzione dei volumi di acqua);
- aumento della qualità dei frutti, miglior colorazione della buccia e maggior uniformità di maturazione dei frutti;
- semplificazione nell’esecuzione delle operazioni colturali di potatura, diradamento e raccolta; 
- possibilità di integrazione con la potatura meccanizzata.
A concludere l’incontro è stata poi la visita al campo sperimentale di Fondazione Agrion. (aa)

Fonte: Ufficio stampa Fondazione Agrion