Dal campo
Aglio italiano, la campagna prosegue tra sfide e difficoltà
Delfanti: «Le piogge di maggio hanno influito su qualità e rese per ettaro»
Dopo aver completato la raccolta per la nuova stagione dell'aglio italiano e raccolto le prime impressioni dai principali areali produttivi del Paese (clicca qui per approfondire), abbiamo monitorato l'andamento produttivo e commerciale della campagna. Francesco Delfanti, responsabile commerciale dell’omonima azienda di Monticelli D’Ongina (Piacenza), ci ha aggiornato sulla situazione attuale e condiviso le prospettive per il prosieguo della stagione.
"Le forti e incessanti piogge di maggio hanno causato danni significativi nelle coltivazioni del Nord, influendo sia sulla qualità che sulla quantità del prodotto. Anche al Sud, le rese per ettaro sono state basse, complice un clima decisamente siccitoso," spiega Delfanti a IFN. "Ma al Nord, la situazione è stata ulteriormente aggravata dall'aumento dei costi di raccolta, dovuti alla necessità di provvedere manualmente, a causa delle condizioni dei terreni. Questo ha comportato un costo cinque volte superiore rispetto alla raccolta meccanizzata."
Attualmente, la domanda di aglio italiano è contenuta, poiché le alte temperature non favoriscono i consumi. Tuttavia, con l'arrivo dei primi freddi, si prevede un incremento della richiesta, con un conseguente aumento dei prezzi, considerando l'offerta ridotta.
"Le rese per ettaro sono state al 60-70% del loro potenziale. Pertanto, quando la domanda aumenterà, non siamo certi di poterla soddisfare completamente. Al contempo, data la produzione limitata, ci aspettiamo una crescita significativa dei prezzi," sottolinea Delfanti. "Per quanto riguarda la situazione dei paesi competitor, in Spagna, i prezzi sono già aumentati del 30% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e sono destinati a salire ancora, mentre Turchia e Grecia hanno un'offerta attualmente limitata e l'Egitto ha terminato la campagna."
Nel Piacentino, intanto, si stanno già programmando le nuove semine per il raccolto 2025. "I produttori sono demoralizzati e scoraggiati dai problemi climatici che negli ultimi anni hanno colpito le coltivazioni. Se la situazione non migliorerà, prevediamo difficoltà nel soddisfare la domanda con il prodotto nazionale," conclude Delfanti. (gc)
In apertura, la raccolta a mano nei campi dell'azienda Delfanti