Aethina tumida, l’ombra del coleottero africano sui frutteti italiani

Allarme tra i frutticoltori: il coleottero dell’alveare si insinua nella frutta matura

Aethina tumida, l’ombra del coleottero africano sui frutteti italiani

L’allarme è scattato ormai più di un decennio fa, quando nel 2014 il piccolo coleottero dell’alveare (Aethina tumida), originario dell’Africa sub-sahariana, fece la sua comparsa per la prima volta in Europa, nella Piana di Gioia Tauro. Da allora, questo parassita ha rappresentato una seria minaccia per l’apicoltura del Sud Italia, in particolare in Calabria e Sicilia. La sua presenza ha costretto gli enti preposti a interventi drastici, come la distruzione di alveari infestati e l’attivazione di zone di sorveglianza e nuclei sentinella, che hanno permesso di circoscrivere l’infestazione e di evitare danni ancora più gravi al comparto apistico nazionale.

Ma l’Aethina tumida non si limita a colpire le api. La sua capacità di sopravvivere e riprodursi anche su frutta matura, caduta o in fermentazione, apre ora un nuovo fronte di preoccupazione: quello della frutticoltura. Questo piccolo coleottero, lungo appena 5-7 millimetri, riesce infatti a proliferare tra i residui organici presenti nei frutteti, rappresentando un rischio aggiuntivo per le coltivazioni, in particolare per la frutta prossima alla raccolta.
In Campania, dove la diffusione del parassita è monitorata con crescente attenzione dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno (IZSM), la preoccupazione è alta. Il coleottero potrebbe trovare nei frutteti un ambiente favorevole per completare il proprio ciclo vitale, complicando la gestione agronomica e aumentando la possibilità di nuove ondate infestanti. La contaminazione dei frutti e la proliferazione in zone frutticole potrebbero così rappresentare un ulteriore ostacolo per un comparto già alle prese con sfide legate al clima e alla gestione fitosanitaria.

Alla luce di questa minaccia emergente, l’IZSM ha intensificato il monitoraggio e lancia un appello per l’adozione di un sistema nazionale di sorveglianza che permetta di contenere la diffusione del parassita prima che questo possa insediarsi stabilmente anche nei frutteti italiani. 

Se la Calabria può oggi vantare un successo nella lotta all’Aethina tumida — grazie a strategie di contenimento che hanno portato alla confinazione del parassita in un’area ristretta della regione — è ora fondamentale estendere questa attenzione al rischio che grava sulla frutticoltura. Il piccolo coleottero, infatti, potrebbe trasformarsi da nemico delle api a nuovo avversario dei frutteti italiani, con conseguenze potenzialmente gravi per la produzione e per l’equilibrio degli ecosistemi agricoli.

Fonte foto apertura: James D. Ellis, Università della Florida