Dal campo
Acetamiprid, 2 milioni di francesi lo bloccano. E gli agricoltori? Svuotano i supermercati
I produttori denunciano incoerenza: “Se è vietato in Francia, non deve entrare con i prodotti importati”

Il “caso Acetamiprid” in Francia non smette di suscitare polemiche. A fine maggio il Parlamento aveva approvato la cosiddetta legge Duplomb – dal nome del senatore repubblicano Laurent Duplomb – che prevedeva la reintroduzione della molecola, vietata oltralpe dal 2020, sulla spinta degli agricoltori francesi che denunciavano un trattamento iniquo rispetto ai colleghi europei.
La decisione ha però scatenato un’ondata di proteste, culminata in una petizione che ha raccolto oltre 2 milioni di firme, una delle più partecipate nella storia francese. Il 7 agosto il Consiglio costituzionale ha bocciato la parte centrale del provvedimento, stabilendo che la reintroduzione dell’Acetamiprid sarebbe contraria al diritto a vivere in un ambiente “bilanciato e rispettoso della salute”, inserito nella Costituzione dal 2005. Il presidente Emmanuel Macron ha quindi promulgato la legge con le correzioni imposte, confermando di fatto il divieto.
La reazione degli agricoltori non si è fatta attendere. In Alsazia, riportano i media francesi, membri della FDSEA (Federazione nazionale dei sindacati degli agricoltori) e dei Giovani Agricoltori hanno dato vita a proteste spettacolari: una trentina di produttori con i trattori si sono presentati davanti a cinque ipermercati, tra cui quello di Mundolsheim, vicino Strasburgo, per rimuovere dagli scaffali prodotti contenenti materie prime coltivate, secondo loro, con pesticidi vietati in Francia.

“L’idea è quella di fare opera di sensibilizzazione” ha spiegato Thomas Lux, presidente dei Giovani Agricoltori del Basso Reno. “Se questa molecola è vietata ai nostri agricoltori, non deve finire nel cibo dei francesi. Chiediamo solo coerenza: o si autorizza per tutti o si vieta per tutti”. Sulla stessa linea Dominique Daul, vicepresidente della FDSEA: “Ci vengono vietati prodotti fitosanitari, mentre il consumatore li mangia ogni giorno. Nocciole, biscotti, zucchero da barbabietole: molti alimenti ne contengono. Non è giusto. Oggi provo un senso di abbandono quando vedo ciò che viene imposto a noi e ciò che viene venduto al consumatore”.
Gli scaffali svuotati di barattoli di crema spalmabile sono diventati l’immagine simbolo della protesta, che potrebbe proseguire con nuove azioni.
Ma il dibattito sull’Acetamiprid non riguarda solo la Francia. Anche in Italia la molecola è finita sotto i riflettori: sebbene l’uso resti consentito, dal 19 agosto è entrato in vigore il nuovo regolamento europeo che ha abbassato il limite massimo di residuo da 0,4 a 0,07 mg/kg. Una misura che, in piena stagione di raccolta, ha acceso le polemiche soprattutto in Veneto. “Non è accettabile cambiare le regole a stagione in corso”, ha denunciato il consigliere regionale Stefano Valdegamberi, chiedendo una moratoria. “Così si rende invendibile frutta trattata regolarmente fino al giorno prima. L’Acetamiprid è l’unico principio attivo davvero efficace contro la cimice asiatica e le alternative non garantiscono gli stessi risultati”.
Sulla stessa linea Confagricoltura Padova, che parla di “miopia politica”. “Con un tratto di penna l’Europa ha trasformato tonnellate di prodotto sano in merce invendibile”, sottolinea il direttore Valentino Montagner, ricordando il calo costante dei meleti veneti (–6,6% nel 2023, con 5.632 ettari rimasti). “Ogni nuovo ostacolo normativo accelera la desertificazione della frutticoltura”.
Un dibattito che, secondo molti osservatori, risente anche del clima elettorale in Veneto: il tema era noto da mesi e i produttori si erano già adeguati, ma la polemica resta sintomo della crescente tensione intorno alla revoca delle molecole fitosanitarie, un tema che ormai ha superato i confini del settore agricolo per diventare politico e sociale.
Fonte foto: Gruppo Facebook Jeunes Agriculteurs du Bas-Rhin
