06.00: in diretta dai campi, è freddo ma poteva andare peggio

Doveva essere la mattina più critica, ma nuvole e leggera ventosità hanno limitato i danni

06.00: in diretta dai campi, è freddo ma poteva andare peggio

Come previsto (clicca qui per approfondire), l'ondata di freddo proveniente dai Balcani ha investito l'Italia, mettendo in allarme i frutticoltori da Nord a Sud. In queste ore, agricoltori di tutta la Penisola (a parte Sicilia e Sardegna) stanno adottando ogni possibile strategia per proteggere i raccolti dalle temperature rigide.

In questo periodo, tutte le colture frutticole italiane sono in piena fase vegetativa: le pomacee si trovano nella fase di fioritura, le drupacee in quella di scamiciatura o post allegagione per le varietà più precoci. Le temperature critiche variano da -0,8°C per gli stadi vegetativi più avanzati a -2°C per quelli più precoci, rappresentando una seria minaccia per le principali specie arboree.

I primi segnali di allarme si sono registrati ieri mattina, quando le temperature massime sono crollate di oltre 10°C rispetto a sabato, mentre le minime, in alcune zone frutticole della Romagna e della Puglia, sono scese sotto lo zero. La situazione è stata parzialmente mitigata dalla buona ventilazione e dalla copertura nuvolosa, che hanno limitato i danni.

Tuttavia, questa mattina, dalle mappe meteo era considerata la giornata più critica: si prevedeva una diminuzione dei venti e un generale rasserenamento del cielo, condizioni ideali per le gelate tardive
Per fornirvi aggiornamenti in tempo reale su quanto sta accadendo nei campi, a partire dalle 6 del mattino abbiamo contattato alcuni produttori, che ci hanno raccontato direttamente la situazione. 
Adriano Aldrovandi, presidente di Unapera e frutticoltore della provincia di Modena, racconta: “Questa notte le temperature stavano effettivamente calando rapidamente, ma intorno alle 4 alcune nuvole e un po’ di vento hanno fatto risalire la colonnina di mercurio, mantenendola quel tanto che basta sopra lo zero. Domani mattina siamo ancora a rischio gelate, ma il cielo dovrebbe essere coperto. Staremo a vedere.”
Aristide Castellari, presidente di Agrintesa e titolare di un’azienda frutticola alle porte di Faenza (Ravenna), segnala che qualche rischio c’è stato: “Qui, dalle 2-3 di notte, il cielo si è rasserenato e la temperatura, fino alle prime luci dell’alba, è scesa leggermente sotto lo zero, come già accaduto ieri. Con i sistemi di difesa attivi si riesce a recuperare qualche grado, fondamentale per salvare la produzione. Altrimenti i danni potrebbero essere significativi, considerando lo stadio fenologico particolarmente sensibile in cui si trovano tutte le colture frutticole”.
La presenza di nuvole, dove presente, ha fatto la differenza: “Sia questa mattina che ieri, grazie a qualche nuvola comparsa a metà notte, le temperature sono rimaste leggermente sopra lo zero – spiega Davide Vernocchi, presidente di Apoconerpo e frutticoltore ravennate –. Per il momento possiamo tirare un sospiro di sollievo, anche se si prospetta un’altra giornata potenzialmente a rischio, e faremo tutto il possibile per salvare la produzione”.
Spostandoci più a Nord, nell’areale veronese, Leonardo Odorizzi, Presidente del Consorzio Pesca di Verona IGP non evidenzia, al momento particolari criticità: “sia ieri che stamane, il cielo è stato coperto quel tanto che basta da mantenere le temperature sopra lo zero anche nelle zone tradizionalmente più fredde. Quindi per ora non si registrano particolari criticità e vedremo nelle prossime ore come si evolve la situazione”.

Questa mattina, alle ore 7, osservando le temperature minime registrate dalle centraline meteo nelle principali zone frutticole della penisola esse risultano generalmente sopra lo zero, salvo qualche caso isolato. È probabile che si siano verificati alcuni danni, ma sicuramente in misura inferiore rispetto alle previsioni di qualche giorno fa che prospettavano uno scenario ben peggiore.
Per avere un quadro completo della situazione, sarà necessario attendere il passaggio dell’ultima notte a rischio gelo e poi qualche giorno per verificare direttamente in campagna i potenziali danni.

Fonte immagine in apertura: Ri.Nova (gc)

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