Negli ultimi 10 anni l'Italia ha perso tre posizioni nel ranking mondiale degli esportatori di ortofrutta in termini di valore, scivolando dal sesto al nono posto, superata da Vietnam, Cile e Turchia, tallonata dal Canada: è la dura realtà fotografata nel Report ortofrutta presentato da Nomisma in occasione del webinar della Cia dedicato alla catena della distribuzione. Nel 2020 Stati Uniti e Spagna si confermano ai primi due posti che già occupavano nel 2010, mentre la Cina sopravanza i Paesi Bassi e conquista la terza piazza. A seguire, il Messico e i tre Stati che hanno scavalcato l'Italia. Nel decennio considerato l'export italiano è cresciuto del 32%, molto meno della media dei protagonisti della top ten, che hanno messo a segno un +100%.
La slide Nomisma sull'import-export illustrata da Denis Pantini
Abbiamo perso quote di mercato nei quattro più importanti mercati di riferimento, dalla Germania alla Francia, dal Regno Unito alla Svizzera, a discapito soprattutto della Spagna, molto più performante fuori dai confini nazionali. Nel contempo è lievitato, e di molto, l'import tricolore, +52% a testimoniare l'assottigliamento dell'avanzo della bilancia commerciale, passata in negativo negli ultimi due anni.
Emblematico, stando ai dati Nielsen presentati nello stesso webinar, quanto avvenuto con i Paesi nord africani dove, dal 2015 al 2020, l'export è crollato da 176,6 a 90,4 milioni di euro (-49%) e l'import è incrementato da 145,5 a 116,4 milioni di euro (+14%), sopravanzando quindi nettamente il dato dell'ortofrutta in "uscita" verso Marocco, Tunisia, Algeria, Libia e soprattutto Egitto il quale - con il 60,5 della quota import e l'87,6% dell'export complessivo verso l'area - fa la parte del leone nell'interscambio con il nostro Paese.