Attualità
Giornate tecniche Soi di Ancona, tanti spunti
Grande successo di pubblico, per le Giornate Tecniche SOI che si sono svolte ad Ancona il 29 e 30 maggio scorsi.
Degli oltre 210 partecipanti, 95 provenivano dal mondo della ricerca pubblica, 109 dal mondo dell'assistenza tecnica e dell'industria e 15 tra studenti e agronomi liberi professionisti.
Molti gli spunti di analisi e di riflessione offerti dagli autori delle relazioni orali (24) e dei poster (20) per la costruzione di un nuovo paradigma della gestione più basata su interazioni sistemiche e sulla naturale biofortificazione delle piante.
Nel corso del convegno è stata messa in evidenza la necessità di mantenere un elevato standard di protezione delle colture con i prodotti già registrati e di superare la carenza normativa che mantiene i prodotti biostimolanti, corroboranti e induttori di resistenza in un limbo compreso fra agrofarmaci e concimi, nonostante essi presentino notevoli peculiarità per la registrazione. Questa mancanza di chiarezza non giova, infatti, alla diffusione dei nuovi strumenti di controllo fisiologico capaci, in alcuni casi, di ridurre suscettibilità a patogeni e di controllare la crescita.
Sono state presentate esperienze di impiego di alcune sostanze riconosciute come corroboranti in agricoltura biologica (propolis, polvere di pietra o di roccia; bicarbonato di sodio, gel di silice, preparati biodinamici, oli vegetali alimentari, lecitina, aceto di vino e frutta, sapone molle e/o di marsiglia e la calce viva) e di alcuni biostimolanti: prodotti di natura organica in grado di incrementare l'attività microbica del suolo e la crescita delle piante mediante la stimolazione di diverse vie metaboliche.
Questi ultimi, derivati principalmente da microrganismi, alghe, amminoacidi e sostanze umiche, hanno mostrato delle potenzialità nel favorire l'aumento della biomassa vegetale e nel supportare la pianta nel superamento di stress biotici e abiotici.
L'importanza tecnica di biostimolanti e corroboranti (già ammessi nel biologico in Italia come classe a parte) è crescente e diversi sono stati i prodotti innovativi presentati nel corso del convegno.
Nell'approccio complessivo proposto, le difese della pianta possono essere elicitate da fattori biotici (microrganismi) o abiotici (stress di natura fisica, pratiche agronomiche, applicazione di composti naturali o di sintesi) e l'induzione di resistenza consiste nell'attivazione delle difese della pianta, che risulta più reattiva a successivi stress di natura biotica o abiotica.
Tale approccio mira generalmente alla prevenzione delle avversità.
Sebbene i risultati nella protezione delle piante ottenuti con corroboranti, biostimolanti ed induttori di resistenza siano talvolta inferiori rispetto a quanto si può ottenere con trattamenti con agrofarmaci di sintesi, il cambio di paradigma effettuato in agricoltura integrata e biologica verso una maggiore sostenibilità e una maggiore qualità dei prodotti con minori residui, ne rende attuale l'uso e lo studio. Allo studio di queste classi di prodotti deve infine essere affiancato un uso molto più moderno dei micronutrienti.
Questi vanno considerati non solo per la loro presenza e biodisponibilità ma soprattutto per le interazioni con altri nutrienti.
Sono state presentate esperienze con micronutrienti Fe e Ni nelle colture orticole, considerando aspetti relativi alle forme presenti nel suolo, alle fonti apportate, ai meccanismi di acquisizione e all'efficienza d'uso, alle interazioni con altri nutrienti (N e S) in relazione all'accumulo di nitrati nei tessuti verdi ed alla pratiche agronomiche orientate alla biofortificazione. È stato trattato infine il caso dell'elemento non essenziale ma benefico del Si considerandone effetti sulla produzione e sui meccanismi di acquisizione di altri nutrienti.
La necessità di migliorare la normativa è apparsa come una priorità di tecnici ed operatori del settore, e sembra che l'Unione europea stia facendo i passi appropriati per portare più chiarezza nel settore, ad esempio permettendo l'uso di alcuni induttori di resistenza come sostanze di base per la protezione delle piante.
Clicca qui per visionare i contenuti del convegno
A cura del Comitato organizzatore:
Gianfranco Romanazzi, Serena Polverigiani, Davide Neri
Degli oltre 210 partecipanti, 95 provenivano dal mondo della ricerca pubblica, 109 dal mondo dell'assistenza tecnica e dell'industria e 15 tra studenti e agronomi liberi professionisti.
Molti gli spunti di analisi e di riflessione offerti dagli autori delle relazioni orali (24) e dei poster (20) per la costruzione di un nuovo paradigma della gestione più basata su interazioni sistemiche e sulla naturale biofortificazione delle piante.
Nel corso del convegno è stata messa in evidenza la necessità di mantenere un elevato standard di protezione delle colture con i prodotti già registrati e di superare la carenza normativa che mantiene i prodotti biostimolanti, corroboranti e induttori di resistenza in un limbo compreso fra agrofarmaci e concimi, nonostante essi presentino notevoli peculiarità per la registrazione. Questa mancanza di chiarezza non giova, infatti, alla diffusione dei nuovi strumenti di controllo fisiologico capaci, in alcuni casi, di ridurre suscettibilità a patogeni e di controllare la crescita.
Sono state presentate esperienze di impiego di alcune sostanze riconosciute come corroboranti in agricoltura biologica (propolis, polvere di pietra o di roccia; bicarbonato di sodio, gel di silice, preparati biodinamici, oli vegetali alimentari, lecitina, aceto di vino e frutta, sapone molle e/o di marsiglia e la calce viva) e di alcuni biostimolanti: prodotti di natura organica in grado di incrementare l'attività microbica del suolo e la crescita delle piante mediante la stimolazione di diverse vie metaboliche.
Questi ultimi, derivati principalmente da microrganismi, alghe, amminoacidi e sostanze umiche, hanno mostrato delle potenzialità nel favorire l'aumento della biomassa vegetale e nel supportare la pianta nel superamento di stress biotici e abiotici.
L'importanza tecnica di biostimolanti e corroboranti (già ammessi nel biologico in Italia come classe a parte) è crescente e diversi sono stati i prodotti innovativi presentati nel corso del convegno.
Nell'approccio complessivo proposto, le difese della pianta possono essere elicitate da fattori biotici (microrganismi) o abiotici (stress di natura fisica, pratiche agronomiche, applicazione di composti naturali o di sintesi) e l'induzione di resistenza consiste nell'attivazione delle difese della pianta, che risulta più reattiva a successivi stress di natura biotica o abiotica.
Tale approccio mira generalmente alla prevenzione delle avversità.
Sebbene i risultati nella protezione delle piante ottenuti con corroboranti, biostimolanti ed induttori di resistenza siano talvolta inferiori rispetto a quanto si può ottenere con trattamenti con agrofarmaci di sintesi, il cambio di paradigma effettuato in agricoltura integrata e biologica verso una maggiore sostenibilità e una maggiore qualità dei prodotti con minori residui, ne rende attuale l'uso e lo studio. Allo studio di queste classi di prodotti deve infine essere affiancato un uso molto più moderno dei micronutrienti.
Questi vanno considerati non solo per la loro presenza e biodisponibilità ma soprattutto per le interazioni con altri nutrienti.
Sono state presentate esperienze con micronutrienti Fe e Ni nelle colture orticole, considerando aspetti relativi alle forme presenti nel suolo, alle fonti apportate, ai meccanismi di acquisizione e all'efficienza d'uso, alle interazioni con altri nutrienti (N e S) in relazione all'accumulo di nitrati nei tessuti verdi ed alla pratiche agronomiche orientate alla biofortificazione. È stato trattato infine il caso dell'elemento non essenziale ma benefico del Si considerandone effetti sulla produzione e sui meccanismi di acquisizione di altri nutrienti.
La necessità di migliorare la normativa è apparsa come una priorità di tecnici ed operatori del settore, e sembra che l'Unione europea stia facendo i passi appropriati per portare più chiarezza nel settore, ad esempio permettendo l'uso di alcuni induttori di resistenza come sostanze di base per la protezione delle piante.
Clicca qui per visionare i contenuti del convegno
A cura del Comitato organizzatore:
Gianfranco Romanazzi, Serena Polverigiani, Davide Neri