L’ASSOCIAZIONE DI PRODUTTORI ORTOFRUTTICOLI VENETA-FRIULIANA LANCIA L’ALLARME. DOMENICO DAL BO': BASTA FALSI MADE IN ITALY SUL MERCATO

L’ASSOCIAZIONE DI PRODUTTORI ORTOFRUTTICOLI VENETA-FRIULIANA LANCIA L’ALLARME. DOMENICO DAL BO': BASTA FALSI MADE IN ITALY SUL MERCATO
Mele o pomodori taroccati, fatti passare per made in Italy mentre in realtà sono prodotti chissà dove, creano alle aziende agricole italiane un danno da 60 milioni di euro l'anno. È uno dei più gravi problemi che i produttori agricoli sono costretti a combattere: un grido d'allarme nei giorni scorsi è stato indirizzato all'Unione Europea dalle 2 mila aziende collegate all'Associazione produttori ortofrutticoli Veneta-Friuliana, Apovf, riuniti in assemblea nel quartier generale di Rai. Qui, si trova il grandioso impianto di selezione e confezionamento, un imponenete investimento, voluto per conquistare il mercato della grande distribuzione.
“Ci siamo riusciti - annuncia con soddisfazione Domenico Dal Bò, procuratore generale dell'Apovf (nella foto) -. Sul piano finanziario è stato un impegno notevolissimo, c'è voluto del coraggio per portarlo avanti. Ma ora i risultati pagano. Siamo fornitori della grande distribuzione, un settore estremamente competitivo, dove siamo in grado di rispondere con standard elevati, tempi di consegna a 120 minuti dall'ordine, una media di 500 chili di prodotto confezionato da ogni nostro lavoratore, contro i 250 della media nazionale”.
Però l'agropirateria sta diventando una seria minaccia: “Deve intervenire la Ue - chiede Dal Bò - i prodotti alimentari devono avere etichette precise, non generiche come avviene ora. Il consumatore, che è il nostro migliore alleato, ci penserebbe due volte prima di mettere nel carrello una mela prodotta in Cina”.
“Abbiamo investito parecchio nel nuovo impianto di confezionamento di San Polo - prosegue Dal Bò - ma ora i risultati si vedono. Forniamo la grande distribuzione, mercati esteri, come gli Emirati Arabi Uniti, diamo lavoro a 47 persone. Rimane da risolvere la vertenza Avepa (agenzia per i pagamenti in agricoltura). Molte aziende hanno fatto notevoli investimenti, ma ancora non hanno ricevuto un euro. La politica si deve muovere al più presto”.
Infine l'aggregazione con le realtà del Lazio, Puglia, Emilia-Romagna ed altre regioni, che ha fatto nascere il colosso dell'Apo, associazione produttori ortofrutticoli. Un gigante che consente di trattare direttamente con l'acquirente finale, saltando mediatori e grossisti, garantendo così prezzi più remunerativi ai produttori agricoli.

Fonte: Il Gazzettino di Treviso