«Si apre una nuova pagina per DOP e IGP»

Le opportunità per il settore con il nuovo Regolamento UE

«Si apre una nuova pagina per DOP e IGP»

Approfitto di questo spazio sulla rivista per sottolineare quali opportunità si aprono per il settore ortofrutticolo dopo la firma del nuovo Regolamento UE sulle Indicazioni Geografiche, provvedimento che entrerà in vigore fra poco meno di un mese.

Infatti, da adesso in avanti, i nostri agricoltori che si cimentano con le DOP e IGP avranno strumenti più efficaci per proteggere il frutto del loro lavoro anche dalle imitazioni. 
Entrando nel dettaglio, i consorzi avranno più poteri e maggiore raggio d’azione nei compiti di tutela dei prodotti che rappresentano, compreso il turismo enogastronomico, dove avranno possibilità di intervenire sulla gestione dell’offerta. Inoltre, sono stati semplificati i criteri per la modifica dei disciplinari ed è stato introdotto l’obbligo di introdurre in etichetta il nome del produttore, in un’ottica di totale trasparenza nei confronti del consumatore. Ultimo, ma non meno importante, abbiamo eliminato una volta per tutte quelle falle del sistema che hanno consentito di sfruttare indebitamente la reputazione delle nostre indicazioni geografiche, come nel caso del Prosek made in Croazia, chiarendo come eventuali registrazioni di menzioni tradizionali, non potranno più essere prese in considerazione, in quanto identiche o evocative di nomi di Dop o Igp.

L’Italia ottiene così un grande risultato, perché con 850 prodotti certificati, è fra i Leader indiscussi delle eccellenze agroalimentari, non solo in Europa, ma in tutto il Mondo. 
Posso affermare con orgoglio che si tratta dell’inizio di una nuova fase di sviluppo delle filiere Dop e Igp che possono esprimere ancora potenziali enormi grazie al nuovo regolamento che offre più occasioni di sviluppo e maggiori tutele. Auspico che queste opportunità possano essere colte anche dal settore ortofrutticolo italiano, che, con ben 125 prodotti riconosciuti, è fra i protagonisti del nostro settore Agroalimentare.

Ovviamente, c’è ancora molto da fare, e difatti sono già iniziate le prime riflessioni sulla creazione di un piano d’azione europeo per le Indicazioni Geografiche, sulla scorta di quanto fatto con il settore biologico, che potrà ulteriormente supportare e consolidare un patrimonio non de-localizzabile e che coinvolge milioni di operatori a livello europeo.(gc)

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