De Castro: “Termina qui la mia avventura nel Parlamento Ue”

Ringraziamenti bipartisan, ma possiamo permetterci di perderlo?

De Castro: “Termina qui la mia avventura nel Parlamento Ue”

Un politico che di questi tempi mette d’accordo maggioranza e opposizione andrebbe candidato a prescindere, se poi è anche un tecnico di altissimo livello su una delle materie più spinose a Bruxelles, come l’agricoltura, le motivazioni a una proposta per acclamazione divengono ancora più sostanziali. Basta solo considerare gli interessi che il nostro paese ha in materia agricola in Europa, di fronte a una Commissione che si è dimostrata sempre più radicale sui temi ambientali.

Invece - ma senza troppa sorpresa, considerando la bagarre politica in atto - all’annuncio dell'abbandono di De Castro non ha fatto seguito in questi giorni nessuna presa di posizione in seno al suo schieramento politico, forse troppo impegnato a regimare correnti, rivoli e rigagnoli per trovare un accrocchio elettorale che salvasse capre e cavoli, probabilmente dimenticando che per allevare le prime e coltivare i secondi servono competenza oltre che consenso. A sorpresa, invece, sono arrivati gli attestati di stima da parte dell’opposizione.

Egoisticamente dovrei essere contento che Paolo possa potenzialmente tornare a occuparsi di ricerca a tempo pieno, visto che con lui ho condiviso tante esperienze di grande soddisfazione prima che scendesse in politica. Razionalmente, però, lamento che si sta consumando un errore madornale per la nostra agricoltura. Vi do solo tre macro stimoli sull’ortofrutta, non volendovi tediare con una lunga lista di operazioni che lo hanno visto protagonista nel difendere gli interessi della nostra agricoltura a Bruxelles, come la recente esclusione dei reflui zootecnici dalla direttiva sulle emissioni industriali.

Se oggi abbiamo UNAPera e la speranza di realizzare altre grandi aggregazioni sui comparti strategici lo dobbiamo a quel Regolamento Omnibus che De Castro ha tanto voluto e contribuito a realizzare. Se possiamo guardare con speranza allo sviluppo delle nostre tante Dop e IGP nel settore ortofrutticolo è anche grazie al nuovo Regolamento sulle IG di cui è stato artefice e, infine, se abbiamo basi un po’ più solide – anche se ancora da sviluppare – nei rapporti fra industria e distribuzione, lo dobbiamo alla direttiva sulle pratiche sleali di cui è stato uno degli ideatori.

Pur non capendo le ragioni di questa perdita, ci dovremo comunque fare una ragione di non averlo più in Europa, anche se sono convinto ne sentiremo la mancanza.