AAA: innovazione cercasi nel reparto ortofrutta

L’offerta nel reparto si è appiattita se si esclude l’aumento delle referenze di I° gamma evoluta

AAA: innovazione cercasi nel reparto ortofrutta

Se vi chiedessi qual è stata l’ultima volta che avete trovate un prodotto veramente innovativo all’interno del reparto ortofrutta, rischierei di essre proiettato indietro nel tempo di diversi anni. Infatti, nell’ultimo biennio, complice la crisi dei consumi favorita dall’inflazione (che ha di certo limitato la capacità di investire da parte delle aziende del settore), non si è visto nulla di eclatante all’interno dei reparti. Oramai si ragiona per il breve periodo, quindi si predilige un approccio tattico piuttosto che strategico e, comunque, coloro che hanno la disponibilità finanziaria per investire, ricercano soprattutto nuove varietà in grado di agevolare la produzione soprattutto alla luce del cambiamento climatico in atto. 

Così facendo, l’innovazione di prodotto, che è fondamentale per stimolare i consumatori, passa in secondo piano. L’unico spunto riguarda i prodotti di 1° gamma evoluta, in evidente crescita di anno in anno. A dire il vero, non scopriamo nulla di nuovo, perché parliamo solitamente di una serie di referenze di verdure (quelle che di solito hanno tempi di preparazione più lunghi), che sono proposte pulite, mondate (non lavate) e confezionate. 
Difatti, un ottimo compromesso fra praticità e prezzo (a metà strada fra la I° e la IV° gamma).

Da notare, inoltre, come questa tipologia di articoli avvicini il consumatore a una serie di prodotti, spesso schivati a prescindere, per l’impegno ritenuto troppo gravoso per la loro preparazione. È il caso, per esempio, di cavoli, sedani, finocchi e carciofi, che in questo modo trovano nuova linfa soprattutto nei confronti dei consumatori più giovani.

Quindi, è bene proseguire su questa linea con la I° gamma evoluta, ma per il resto non c’è molto da segnalare. Oramai gli assortimenti fra i diversi negozi sono abbastanza simili, c’è un certo “piattume” che colpisce praticamente tutte le catene. È comprensibile che, in un momento di crisi, sia meglio evitare di avventurarsi in percorsi sconosciuti, ma allo stesso tempo sembra manchi pure la voglia di incentivare i consumi, coinvolgendo con più efficacia i clienti che orbitano all’interno del reparto. In questo ambito, l’innovazione potrebbe fare molto, a partire dalla comunicazione in negozio, piuttosto che sui canali online, con investimenti tutto sommato sostenibili. Invece, a quanto pare, non si vedono grandi novità nemmeno in questo ambito, ma restiamo fiduciosi. (aa)

Ha collaborato Fabrizio Pattuelli