Il crollo della peschicoltura veronese

Superfici ormai sotto i mille ettari, va meglio alle nettarine. Dati e prezzi

Il crollo della peschicoltura veronese
Continua la crisi del comparto peschicolo veneto e veronese più nello specifico: nel 2017 la produzione regionale di pesche e nettarine ha registrato un calo della superficie totale investita del 6,2% (2.567 gli ettari rimasti) e una flessione ancora più consistente della superficie in produzione, scesa a 2.400 ettari (-10,6%). La coltura in regione è concentrata per l’87% degli investimenti in provincia di Verona (2.090 ettari circa, il 10,7% in meno del 2016), mentre nelle altre province il comparto è ormai a livelli residuali. E se le nettarine, nel Veronese, non perdono terreno, spicca il crollo delle pesche, passate in un solo anno da 1.350 a 1.095 ettari, il 18,6% in meno. Tanto che, per la prima volta, la superficie dedicata alle nettarine è risultata superiore, sia pur di poco, a quella delle pesche. Che si preparano quest'anno a scendere sotto quota mille ettari. La diminuzione della aree ha determinato lo scorso anno una produzione raccolta di circa 52.100 tonnellate, con una flessione dell’8,3% rispetto al 2016.

Male anche i prezzi, e questo non potrà che avere ulteriori ripercussioni sugli investimenti: nonostante una minor disponibilità di prodotto a livello locale, sottolinea Veneto Agricoltura, i listini della Borsa merci scaligera hanno fatto segnare un andamento cedente all’avvio della nuova campagna commerciale a causa dell’aumento dell’offerta proveniente da altri areali produttivi e della sempre maggiore pressione esercitata sui mercati nazionali dalla frutta di provenienza spagnola e greca, collocata a prezzi concorrenziali. Risultato: le quotazioni si sono mantenute quasi sempre al di sotto di quelle registrate nei corrispondenti mesi del 2016 con un rialzo solamente a settembre quando, verso la fine della campagna commerciale, l’offerta è risultata più contenuta incontrando un discreto interesse da parte della domanda. 



Complessivamente il prezzo medio annuo di pesche e nettarine alla Borsa Merci di Verona è sceso a 0,52 euro il chilo, in diminuzione dell’1,4% rispetto alla media registrata nel 2016. Considerando anche la riduzione della produzione, il valore della produzione ai prezzi di base ha subito un calo a doppia cifra (-10%) scivolando a 22 milioni di euro.

Sembrano non bastare, insomma, gli accordi con la distribuzione locale e le iniziative per promuovere i frutti sul territorio portati avanti ad esempio dal Mercato ortofrutticolo intercomunale di Bussolengo e Pescantina (Verona) che già da alcuni anni si è attivato per incentivare il business dei produttori. E anche i dati elaborati dalla Camera di Commercio scaligera parlano chiaro: dal 2000 la produzione provinciale dedicata a pesche e nettarine si è più che dimezzata, a inizio Millennio il raccolto era di 110 mila tonnellate. Ancora più perentorio il calo della superficie che, nello stesso periodo, si è ridotta a un terzo.

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