Suoli salini, con i biostimolanti si ottengono rese migliori

Valagro ha sviluppato Retrosal. Ecco come funziona

Suoli salini, con i biostimolanti si ottengono rese migliori
Un suolo salino indebolisce la pianta. Non a caso la salinità è uno dei più importanti stress abiotici che l'agricoltura moderna deve affrontare. La causa? Un eccessivo sfruttamento delle falde acquifere e alti livelli di concimazione sono tra le pratiche agrarie non corrette che causano la formazione di suoli salini, associati a una scarsa struttura del terreno, una bassa capacità di trattenere l'acqua e a un eccessivo accumulo di sodio, cloro e carbonati nel suolo. Aspetti che provocano sia stress osmotici sia fenomeni di tossicità nelle colture, generalmente caratterizzate da un apparato radicale indebolito, una scarsa capacità di assorbimento dei nutrienti e da una bassa attività fotosintetica.



In parole povere si sconta una consistente perdita della produzione. Dal mondo dei biostimolanti, però, arrivano nuove soluzioni per affrontare la salinità del terreno. Il dipartimento di Ricerca&Sviluppo di Valagro, attraverso la tecnologia esclusiva GeaPower, ha individuato un pool specifico di ingredienti attivi in grado di aiutare la pianta a rimanere vigorosa e garantire un alto livello produttivo in condizioni di stress salino.

“L'investigazione scientifica, genomica e fenomica, e tutti i test in campo garantiscono che il Retrosal sia un efficace biostimolante naturale capace di garantire il superamento rapido degli arresti della crescita vegetativa e di migliorare l'attività delle colture con una migliore resa”, afferma Stefano Fontana, crop manager Italia per Valagro.



Gli studi di genomica condotti da Valagro hanno dimostrato come il Retrosal sia in grado di intervenire sulla regolazione osmotica (sintesi di osmoliti compatibili in grado di far tollerare lo stress salino e di conferire proprietà di protezione), sulla difesa cellulare (promuovendo la biosintesi di barriere fisiche protettive che riducono l'accumulo di composti tossici) e sul miglioramento del metabolismo della pianta.



Le evidenze fenomiche si sono ottenute su prove sperimentali sulla lattuga, condotte dal Centro di ricerca Agrobios del Metaponto. “Le piante trattate con Retrosal in condizioni di stress salino manifestano delle alte performance a confronto con le piante non trattate – aggiunge Fontana – soprattutto per quanto riguarda la produzione di biomassa. Il trattamento con Retrosal è associato non solo a un'alta produzione di biomassa, ma anche al più alto contenuto di clorofilla, quindi una migliore attività fotosintetica delle piante. Inoltre, piante trattate con Retrosal mostrano una migliore capacità di ritenzione idrica rispetto a quelle non trattate”.



Il Retrosal, quindi, contribuisce a una produzione di biomassa della pianta anche in presenza di alti livelli di salinità del suolo; con la dispersione del sodio, poi, si ottiene una migliore struttura del suolo e una detossificazione delle piante da questo elemento. L'attività fotosintetica migliore, così come la disponibilità di nutrienti. Infine, si nota un aumento della flocculazione delle particelle del suolo con una riduzione dell'effetto negativo della dispersione.



“L’applicazione del biostimolante Retrosal in condizioni di stress salini attiva l’espressione dei geni coinvolti nella regolazione osmotica e la sintesi di soluti compatibili a tollerare le condizioni di stress salini e a conferire proprietà di protezione – conclude Stefano Fontana - Il biostimolante induce la biosintesi di osmoliti compatibili in grado di proteggere le cellule dagli stress salini; la biosintesi di barriere protettive che riducono l’accumulo di composti tossici e sostiene i meccanismi coinvolti nello sviluppo della pianta in condizioni di stress salini”.



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