Confagricoltura Sicilia: Psr in stallo

Confagricoltura Sicilia: Psr in stallo
Nessuna azienda è stata finanziata e i bandi di alcune misure fondamentali per sostenere gli investimenti delle aziende agricole non sono stati ancora aperti. Ad oggi risultano operative solo le linee di credito delle misure a superficie, come quelle agro-climatico ambientali. Così il Psr Sicilia per il periodo 2014-2020, approvato nel novembre 2015 con una dote di 2 miliardi e 213 milioni di euro, non riesce a decollare. “Tanti problemi e qualche intoppo ne hanno impedito  l’effettiva operatività”  spiega il presidente di Confagricoltura Sicilia, Ettore Pottino di Capuano.

L’attenzione dell’agricoltura siciliana è oggi sulla misura  4.1, la più importante per le aziende perché finanzia il rinnovamento e la ristrutturazione delle strutture: in questi giorni sono state emanate le disposizioni attuative, ma non è ancora possibile presentare le domande perché il bando è rimasto chiuso.

“Oltre al ritardo abbiamo avuto anche un problema poi superato – sottolinea il presidente di Confagricoltura Sicilia - quello dell’esclusione delle opere irrigue tra gli interventi finanziabili perché dovevamo attendere il varo del piano regionale delle acque. In una regione come la Sicilia, dove l’acqua è una risorsa molto preziosa, significava subire una forte penalizzazione. In corso d’opera il finanziamento delle opere irrigue è stato alla fine inserito”.

Nonostante la ripresa della concertazione tra Regione e organizzazione agricole le aziende devono far fronte a un nuovo obbligo per accedere ai contributi dei finanziamenti del Psr. “Nella precedente programmazione sullo sviluppo rurale - sottolinea Pottino di Capuano - buona parte dei progetti non erano arrivati a concludersi per mancanza di mezzi finanziari da parte delle aziende agricole che dopo aver ottenuto l’anticipo del contributo comunitario non erano state in grado di sostenere l’altra parte di investimento”.

Oggi per accedere alle risorse del nuovo Psr l’azienda agricola deve dimostrare di essere in grado di disporre delle risorse necessarie a coprire la quota del 50% a proprio carico. “Questa mancanza di flessibilità - rimarca il presidente di Confagricoltura Sicilia - costringe le aziende a immobilizzare delle risorse che invece potrebbero essere utilizzate nell’impresa. Senza contare i tempi troppo stretti  che intercorrono tra la comunicazione di ammissione al finanziamento e l’esecuzione del nuovo adempimento”.

Fonte: Confagricoltura