Campagna positiva per la pera dell'Emilia Romagna

Lenzarini: qualità eccellente, domanda in ripresa, ma per l'Igp ancora più Horeca che Gdo

Campagna positiva per la pera dell'Emilia Romagna
Con la campagna commerciale della pera che si avvia alla conclusione, abbiamo voluto confrontarci con Piergiorgio Lenzarini, presidente del Consorzio pera Igp dell'Emilia Romagna, per mettere a fuoco l'andamento di questa stagione ed il possibile ruolo dell'Igp all'interno delle recenti aggregazioni ora protagoniste della pericoltura italiana.

Siamo ancora nel vivo della stagione della pera dell'Emilia Romagna Igp. Come si attesta il prodotto a livello qualitativo e quantitativo?
In generale, posso affermare che il prodotto presenta requisiti qualitativi eccellenti: è una buona annata, con una perfetta tenuta del prodotto e caratteristiche gustative ottimali.
Sul piano quantitativo la campagna era partita molto a rilento, in particolare per Abate nel mese di dicembre, ma in queste ultime settimane la domanda è vivace e le quotazioni sono risalite e stanno andando bene, anche per i calibri medi e piccoli.
Parlando complessivamente della pera, che come è noto proviene per il 70% dall'Emilia Romagna, la campagna è positiva. Buoni segnali anche sul fronte dell'export, con una domanda vivace da parte di tutti i Paesi tradizionalmente clienti dell'Italia, con una particolare attenzione da parte della Francia, anche per calibri medio- piccoli.

Venendo alla richiesta di prodotto Igp, da quali canali proviene principalmente la domanda? In termini di prezzi viene riconosciuto un differenziale al prodotto con marchio di tutela?
Sul fronte dell'Igp le richieste del mercato sono limitate. Si sta lavorando su nicchie di prodotto, richiesto principalmente per il canale Horeca, con la ristorazione collettiva in primis.
Gli sbocchi nella Gdo e nel dettaglio tradizionale sono veramente pochi in questo momento.
È molto difficile oggi ottenere una differenziazione di offerta ed una valorizzazione della stessa in funzione della provenienza certificata Igp e questo è un limite che si riscontra da tempo.



I poli aggregativi emersi recentemente pensa potranno in futuro essere di aiuto nell'accrescere la riconoscibilità e la richiesta di pera dell'Emilia Romagna Igp?
Il mondo produttivo legato alla pera sta vivendo una fase di profondo cambiamento con la nascita di nuove aggregazioni che stanno cercando di concentrare l'offerta facendo anche politiche di marca.
In tale contesto è ancora difficile prevedere quale ruolo potrà giocare il marchio comunitario Igp. Sarà senz'altro importante considerare il riconoscimento Igp come un rafforzativo dei marchi e come identità riconosciuta in Italia ed in Europa. Occorrerà lavorare in sinergia e cercare di ottimizzare le potenzialità ancora inespresse del marchio comunitario, che presenta ampi margini di sviluppo, ma è al contempo molto vincolante e costoso in termini di gestione.

La pera dell'Emilia Romagna Igp fa parte del progetto europeo triennale di comunicazione e promozione della frutta e della verdura DOP e IGP. L'Europa firma i prodotti dei suoi territori è il messaggio forte che la campagna vuole divulgare sottolineando così l'esigenza di qualità e l'esperienza di consumo gratificante che l'etichetta europea garantisce. Insieme alla Pera dell'Emilia-Romagna, sono protagonisti per l'Italia il radicchio di Treviso, e la pesca e la nettarina di Romagna.

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