Pagali (Conad): come rilanciare le pere in Gdo

A InterPera l'analisi del buyer ortofrutta: comunicazione e prodotti che sappiano emozionare

Pagali (Conad): come rilanciare le pere in Gdo
"Gli acquisti totali di pere da parte di Conad sono passati dai 128mila quintali del 2006 ai 139mila quintali del 2014, per un valore di oltre 16 milioni di euro. Nello stesso periodo, però, i nostri acquisti di frutta e verdura in peso sono aumentati del 26,4%. E' scesa notevolmente, pertanto, l'incidenza della categoria pere sul totale dei nostri acquisti di frutta: nel 2014 ha pesato il 5,9% in valore (7% nel 2006) e il 5,6% in Kg (6,3% nel 2016)". Paolo Pagali, Buyer Ortofrutta Conad, ha commentato così l'evoluzione degli acquisti di pere della catena distributiva in Italia.

"L'evoluzione dei nostri acquisti di pere - ha sottolineato Pagali, intervenuto venerdì scorso all'lnterPera di Ferrara durante la sessione pomeridiana dedicata ai consumi - mette in evidenza varietà di prodotto in crescita come Abate Fétel (dal 42,6% del 2006 al 48,8% del 2014) e Williams (dal 17,7% al 18,8%), mentre arretrano la Kaiser (da 11,5% a 9,1%), la Decana (da 5,6% a 4,1%), la Max Red Bartlett (4,9% a 3,3%) e la Conference (da 5,8% a 5,2%). Questo perché ci sono caratteristiche del prodotto pera che si sposano un po' meno alla vendita self-service, come la non adeguata shelf-life, soprattutto se il prodotto è maturo, e la non adeguata resistenza alle manipolazioni. C'è poi da rilevare che finora sono mancate delle attività di comunicazione con enti della produzione e marchi riconosciuti dai consumatori", ha evidenziato Pagali.

"Caratteristiche molto favorevoli della pera che si sposano con il prodotto ortofrutticolo ideale della Gdo sono le buone caratteristiche organolettiche e la costanza qualitativa, la garanzia di filiera, la disponibilità del prodotto per lunghi periodi e la standardizzazione dei processi con disponibilità packaging adeguati". Nel 2014 in Conad è cresciuta di poco l'incidenza del prodotto confezionato sul totale delle vendite di pere: circa il 18%, "sotto media rispetto alle altre tipologie di frutta che si attestano al 25% circa", ha detto ancora Pagali.

Basandosi sui dati GFK-Eurisko, Pagali ha spiegato che il consumo di pere in Italia è sceso in quantità di circa il 3,2% dal 2013  all'"anno orribile" 2014, rispetto al -1,8% registrato dal totale della frutta. I canali tradizionali pesano ancora il 48% del totale delle vendite di pere, una percentuale superiore rispetto ad altri prodotti come banane, mele e arance. Le famiglie che consumano abitualmente pere sono meno del 60%; anche nel 2014, inoltre, c'è stato un leggero calo del numero degli atti d'acquisto mentre rimane stabile il peso e il valore di ogni singolo atto.

Perché le pere soffrono nella Gdo?

Il buyer ortofrutta di Conad ha evidenziato che l'ascesa dei discount nel mercato della Gdo sta causando sempre più pressione concorrenziale, che origina una guerra dei prezzi e va ad appiattire la percezione del valore sia in acquisto che in vendita al pubblico. Gli operatori commerciali della grande distribuzione stanno quindi rispondendo con l'efficienza assortimentale ("...che, in alcuni casi, ha prodotto una riduzione degli spazi destinati alle pere") e con la minimizzazione del rischio degli sprechi. "Si offrono prodotti poco problematici, più facili da gestire ma non pronti per il consumo". Così facendo, "si origina un consumo privo di emozione gustativa e si banalizza l'acquisto. Inoltre - ha detto - finora è mancata una mancata leader come Melinda, Chiquita o Rosaria che porti il consumatore alla conoscenza di una scala prezzi, e le uniche iniziative che sono state condotte per riqualificare l'offerta con marchi premium erano state già prese dalla marca dei distributori, come la nostra marca Sapori e Dintorni".

Quali risposte per il rilancio dei consumi?

"La ricerca della qualità globale del prodotto e della costanza degli standard deve essere assolutamente supportata da una adeguata comunicazione", che ad esempio potrebbe essere basata sui benefici nutrizionali della pera o sulle conoscenze dei territori di produzione più vocati.  "Altrettanto fondamentale – ha proseguito Pagali - è la realizzazione di una bollinatura per lo sfuso e di packaging poco impattanti dal punto di vista ambientale e dei costi e che possano conservare dei frutti che, per aumentare i consumi, devono essere necessariamente presentati al consumatore a una maturazione più avanzata. Sarebbe fondamentale poter spiegare, esibire, fare assaggiare. In sintesi, comunicare, spiegare le differenze, affascinare rendendo meno banale l'immagine della pera nel vissuto del consumatore: questa è una delle sfide che dovranno porsi le nuove grandi organizzazioni commerciali", la conclusione del buyer.

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