CONTESTAZIONI FREQUENTI E PAGAMENTI INCERTI: LA RUSSIA PERDE APPEAL ANCHE AL MAAP, LEADER PER ESPORTAZIONI NELL'EST EUROPA

CONTESTAZIONI FREQUENTI E PAGAMENTI INCERTI: LA RUSSIA PERDE APPEAL ANCHE AL MAAP, LEADER PER ESPORTAZIONI NELL'EST EUROPA
Cala, tra gli esportatori italiani, l'indice di gradimento del mercato russo. La conferma a quanto riportato da Italiafruit News mercoledì scorso (cfr. Italiafruit News 11 Dicembre 2013) arriva da Francesco Cera (nella foto),  direttore del Maap di Padova, il Centro agroalimentare italiano più votato per l'export nell'Est Europa e non solo: dei 450 milioni di euro fatturati, evidenzia lo stesso Cera, il 55% circa deriva da vendite all'estero. Ma tra tutti i camion destinati a varcare i confini, solo 4 al giorno sono indirizzati in Russia.
"Ci sono un insieme di criticità con cui le aziende debbono fare i conti", spiega Cera. "Innanzitutto i pagamenti: poche aziende russe pagano in anticipo e a poche imprese le assicurazioni garantiscono il fido. Inoltre, le contestazioni sono frequenti: i tempi di viaggio della merce oscillano tra i 4 e i 6 giorni e ovviamente il prodotto può presentare qualche problema. Ma anche se il problema non c'è o è di poco conto, viene amplificato dall'acquirente. Insomma, è un mercato difficile da gestire e sicuramente tanti fornitori hanno perso soldi per i due motivi sopra esposti. E si tratta, per ogni partita, di somme di una certa rilevanza".
"La Russia è sempre importante, ma non più fondamentale come 10-15 anni fa", prosegue Cera. "Il fornitore di frutta italiano cerca e preferisce mercati economicamente più vantaggiosi e sicuri per i pagamenti".
Ma non è solo questo: "La gamma di fornitura del prodotto italiano si è molto ristretta", aggiunge il direttore del Maap. "Qualche esempio pratico: nella stagione dell'uva italiana c'è la concorrenza di Serbia, Macedonia, Moldavia che offrono il frutto a prezzi molto più interessanti rispetto ai nostri. Per quanto riguarda il kiwi sono forti Grecia ed Iran, per le clementine bisogna fare i conti con il Marocco e via dicendo. Tutti Paesi che stanno crescendo in competitività".
E le alternative alla Piazza Rossa? "Sostanzialmente gli operatori guardano agli altri Paesi dell'area Est Europea – conclude Cera – dato che su strada non si possono raggiungere mercati molto lontani. Con l'aereo sarebbero alla portata Dubai, Oman, Abu Dabi e altre mete strategiche che però sono presidiate dagli olandesi e quindi difficili da penetrare...". (m.a.)

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