Vi spiego perché fare la spesa al mercato rionale

La fiducia fra cliente e operatore sembra inossidabile

Vi spiego perché fare la spesa al mercato rionale

Nelle nostre rilevazioni settimanali ci focalizziamo soprattutto nei punti vendita della Gdo, e non può essere diversamente, vista la leadership sul mercato, ma non sottovalutiamo nemmeno il ruolo del dettaglio tradizionale, che, seppur fra mille difficoltà, rimane ancora un canale strategico per il nostro settore.

Così, abbiamo confrontato il classico mercato rionale a cadenza settimanale con un mercato dei agricoltori, per la precisione, nella piazza di Reggio Emilia.

I due mercati si diversificano nelle proposte: in quello settimanale si nota una maggior varietà di offerta in quanto gli assortimenti sono ampi e profondi e si alternano bancarelle con prodotto di alta gamma a quelle che puntano alla convenienza. Quello contadino, invece, è un tripudio di prodotto locali, Bio in particolare, con gli ortaggi a farla da padrone, in linea con la stagionalità dell’areale produttivo.

In entrambi i casi abbiamo notato una folta schiera di avventori (soprattutto adulti in età avanzata), a dimostrazione di come questi mercati abbiano ancora un certo appeal nei confronti del responsabile acquisti, anche se vedendo l’età media della clientela forse bisognerebbe interrogarsi su come agevolare il ricambio generazionale.

Detto ciò, il mercato settimanale è caratterizzato da esposizione intrigante, dove si nota la mano del professionista, che, dopo aver attratto l’avventore, decanta le lodi della propria offerta e, nella maggior parte dei casi ,conclude la vendita con successo. Invece, coloro che puntano alla convenienza, ripetono, quasi al limite della molestia, l’ottimo rapporto qualità prezzo. 
Potete capire come l’ambiente sia piuttosto “friendly”, fra trattative serrate e battute in dialetto, e, senza ombra di dubbio, questa atmosfera incentiva le vendite.

Discorso simile per il mercato contadino, dove si notano esposizione meno sgargianti, ma allo stesso tempo si nota una comunicazione più dettagliata e tecnica dei diversi prodotti esposti, in linea con le richieste della clientela, particolarmente curiosa sugli aspetti produttivi.

In queste visite abbiamo avuto quindi conferma di come una percentuale consistente di clienti preferisca ancora la modalità servita dall'operatore nel fare la spesa, convinta di trovare, oltre al servizio, un miglior rapporto qualità prezzo, tanto da essere disponibili a spendere qualche euro in più, quando ne vale la pena, incoraggiati anche dal rapporto di fiducia raggiunto con gli stessi operatori.

Questi, a loro volta, hanno capito di quanto sia importante la loro professionalità per mantenere saldo questo rapporto, e, vedendoli all'opera, questo risulta ancora più evidente e si percepisce quanta passione mettano nel loro mestiere.

Certo non mancano le criticità, soprattutto di carattere “formale”. Infatti, abbiamo notato parecchie imprecisioni nei segnaprezzo, rispetto alla provenienza o al prezzo stesso. Per carità, sono lacune che non inficiano la vendita, poiché il cliente ha una grande fiducia su chi gli vende il prodotto, ma su questi aspetti relativi alle norme di commercializzazione bisogna essere più attenti e precisi.

In conclusione, frequentando i negozi della Gdo e i mercati rionali o degli agricoltori appare evidente quanto siano distanti questi due modi di vendere e, per fortuna, aggiungo io. Infatti, solo con una offerta variegata anche nella modalità di vendita sarà possibile sperare di combattere il calo dei consumi.(gc)

Ha collaborato Fabrizio Pattuelli

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