Dal campo
Fosfiti nel bio, novità per le colture arboree
La decertificazione è sempre valida solo per i prodotti dei terreni non vulcanici
Importanti novità in merito ai limiti massimi di residui (Lmr) di acido fosforoso per il settore dell’agricoltura biologica sono contenute nel Decreto Semplificazioni, appena approvato dal Senato. Su richiesta del Mipaaf è stato infatti introdotto un emendamento, il comma 4.bis dell’articolo 43, che va ad aggiornare la normativa applicabile per le colture arboree che sono situate in terreni di origine vulcanica.
Per queste produzioni, infatti, l’atto di decertificazione dal bio per il superamento dei Lmr di acido fosforoso non si applicherà in maniera automatica, ma solo nei casi in cui venga accertato da parte dell'organismo di controllo che la contaminazione non sia attribuibile alla natura del suolo. Il Mipaaf si prende inoltre un tempo massimo di sei mesi per definire nuove soglie massime per le coltivazioni bio di tali zone.
“Per le colture arboree ubicate in terreni di origine vulcanica - cita testualmente il comma 4.bis dell’articolo 43 - in caso di superamento dei limiti di acido fosforoso stabiliti dalla normativa vigente in materia di produzione con metodo biologico, qualora a seguito degli opportuni accertamenti da parte dell'organismo di controllo la contaminazione sia attribuibile alla natura del suolo, non si applica il provvedimento di soppressione delle indicazioni biologiche. Entro 6 mesi dall'entrata in vigore della presente legge con decreto del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, d'intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Provincie autonome di Trento e Bolzano, possono essere stabilite specifiche soglie di presenza di acido fosforoso per i prodotti coltivati nelle predette aree”.
Inserito all’interno del Dl Semplificazioni, l'emendamento è il risultato dell’azione portata avanti da Ortofrutta Italia, organizzazione interprofessionale presieduta da Nazario Battelli e dall'Unione nazionale Italia Ortofrutta che, a metà luglio, attraverso una lettera, avevano richiesto congiuntamente al Governo una serie di approfondimenti scientifici in relazione al nuovo testo del Dm 309/2011 sulle "Contaminazioni accidentali e tecnicamente inevitabili di prodotti fitosanitari in agricoltura biologica", approvato dalla Conferenza Stato-Regioni, firmato dal ministro Teresa Bellanova ma non ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Con la missiva (clicca qui per leggere il nostro articolo) si richiedeva, in pratica, di tutelare il comparto della frutta secca ed essiccata da possibili de-certificazioni gratuite a danno di produttori onesti.
"Il nuovo Dm del Mipaaf sul biologico rischiava di mettere fuori gioco tante produzioni agricole per il mancato rispetto di un limite di presenza di fosfonati, naturalmente presenti nelle coltivazioni ed, in particolar modo, in quelle coltivate su terreni vulcanici - dichiarano il presidente di Italia Ortofrutta, Gennaro Velardo, e il direttore Vincenzo Falconi - In uno specifico incontro in videoconferenza del 3 agosto scorso, a cui hanno preso parte anche il Sottosegretario del Mipaaf Giuseppe L’Abbate, i ricercatori del Crea e numerose Op e soggetti interessati, è stato ribadito come, nell’incertezza della conoscenza della fisiologia delle coltivazioni che determinano la presenza di tale sostanza, si doveva adottare un principio di precauzione".
Gennaro Velardo, a destra, con Vincenzo Falconi
Il presidente Velardo e il direttore Falconi ringraziano quindi "per il celere intervento del Governo ed in particolar modo ringraziano il Sottosegretario di Stato, l’onorevole Giuseppe L’Abbate, per la sensibilità dimostrata e per la risolutezza nel gestire quello che si avviava ad essere un pasticcio normativo - sottolineano - i cui danni sarebbero ricaduti sul mondo della produzione. Ora, scongiurato il pericolo, si hanno sei mesi di tempo per definire con maggiore perizia le cause ed i limiti di tale sostanza che caratterizza molta della produzione agricola nazionale, in particolare quella delle nocciole e della frutta in guscio, notoriamente interessata alla coltivazione su suoli di origine vulcanica" .
Il Sottosegretario L'Abbate, da parte sua, ieri ha colto l’occasione per annunciare pubblicamente la nuova normativa, commentando così la partenza della campagna corilicola: "Le prime analisi delle associazioni di categoria parlano di una annata positiva per le nocciole italiane, sia per la quantità che per la qualità - ha scritto in un post su Facebook - Un importante sostegno c'è stato con il Decreto Semplificazioni, dove è stato approvato dal Senato un emendamento per gestire i limiti di residuo di acido fosfonico e fosforoso nelle coltivazioni corilicole biologiche, le quali rischiavano di perdere la certificazione. Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, entro 6 mesi, dovrà emanare un decreto che ne stabilisce nuove specifiche soglie per la nocciola bio".