Dalla distribuzione
Ecco l'uva bio anticaporalato
Nuovo progetto di Megamark e NoCap: previste 950mila confezioni col brand Iamme e il bollino etico
Dai pomodori all'uva da tavola: nel Sud che lotta contro il caporalato ci sono imprese e associazioni che non solo mettono in primo piano la legalità, ma la vogliono evidenziare e trasmettere ai consumatori. Il gruppo distributivo Megamark - quartier generale in Puglia, a Trani, e oltre 500 punti vendita a insegna A&O, Dok, Famila, Iperfamila e Sole365 del Mezzogiorno - rinnova il suo impegno per una filiera etica con l'associazione NoCap e Rete Perlaterra.
Il nuovo progetto è stato ribattezzato "Donne braccianti contro il caporalato” e da un mese è operativo tra Puglia e Basilicata. Dal 28 luglio scorso, infatti, cinquanta braccianti pugliesi e lucane, già vittime di sfruttamento, sono coinvolte nella prima filiera bio-etica contro il caporalato tutta al femminile. Le braccianti sono impegnate nella raccolta dell'uva bio nei vigneti di Ginosa (Taranto), mentre il confezionamento avviene nello stabilimento di Aba Bio Mediterranea di Policoro, in provincia di Matera. I cestini da mezzo chilo di uva - contraddistinti dal bollino NoCap e dal marchio etico di qualità Iamme (che vuol dire "andiamo") - sono poi venduti nei negozi del Gruppo Megamark. Si stima la commercializzazione di circa 950mila confezioni da mezzo chilo, per un fatturato vicino al milione. La raccolta e la lavorazione dell'uva bio andrà avanti fino a novembre, ma alle donne coinvolte nel progetto sarà offerto un lavoro anche nei mesi successivi, grazie alla raccolta degli agrumi. A livello contrattuale sono previste 6,5 ore al giorno nei campi e una paga giornaliera di 70 euro lordi, oltre ad alloggio e trasporto gratuito verso il luogo di lavoro.
Il paniere dei prodotti bio Iamme-NoCap si arricchisce con l'uva: dopo i pomodori trasformati e varie referenze ortofrutticole fresche, l'offerta si amplia con un prodotto simbolo della Puglia.
"Con questa iniziativa – spiega Yvan Sagnet, presidente dell’associazione NoCap, al Corriere della Sera – vogliamo ricordare che il caporalato è un fenomeno trasversale che colpisce non solo gli immigrati, ma anche gli italiani, in particolar modo le donne".
“Iamme – sottolinea Francesco Pomarico, direttore operativo del gruppo Megamark – è il nostro contributo per una società migliore in cui chi lavora nel settore agroalimentare, impresa o bracciante, deve farlo nel solco delle leggi".
Il bollino etico NoCap è il primo sistema premiante per filiere etiche e collaborative per la lotta al caporalato in tutte le sue forme, una rete virtuosa tra produzione, imprenditoria e lavoro del settore agroalimentare. Iamme è invece un marchio di Megamark nato dalla collaborazione con NoCap, che contraddistingue una linea di prodotti etici, coltivati e raccolti nel rispetto dei diritti dei lavoratori per dire basta al caporalato.
Copyright 2020 Italiafruit News
Il nuovo progetto è stato ribattezzato "Donne braccianti contro il caporalato” e da un mese è operativo tra Puglia e Basilicata. Dal 28 luglio scorso, infatti, cinquanta braccianti pugliesi e lucane, già vittime di sfruttamento, sono coinvolte nella prima filiera bio-etica contro il caporalato tutta al femminile. Le braccianti sono impegnate nella raccolta dell'uva bio nei vigneti di Ginosa (Taranto), mentre il confezionamento avviene nello stabilimento di Aba Bio Mediterranea di Policoro, in provincia di Matera. I cestini da mezzo chilo di uva - contraddistinti dal bollino NoCap e dal marchio etico di qualità Iamme (che vuol dire "andiamo") - sono poi venduti nei negozi del Gruppo Megamark. Si stima la commercializzazione di circa 950mila confezioni da mezzo chilo, per un fatturato vicino al milione. La raccolta e la lavorazione dell'uva bio andrà avanti fino a novembre, ma alle donne coinvolte nel progetto sarà offerto un lavoro anche nei mesi successivi, grazie alla raccolta degli agrumi. A livello contrattuale sono previste 6,5 ore al giorno nei campi e una paga giornaliera di 70 euro lordi, oltre ad alloggio e trasporto gratuito verso il luogo di lavoro.
Il paniere dei prodotti bio Iamme-NoCap si arricchisce con l'uva: dopo i pomodori trasformati e varie referenze ortofrutticole fresche, l'offerta si amplia con un prodotto simbolo della Puglia.
"Con questa iniziativa – spiega Yvan Sagnet, presidente dell’associazione NoCap, al Corriere della Sera – vogliamo ricordare che il caporalato è un fenomeno trasversale che colpisce non solo gli immigrati, ma anche gli italiani, in particolar modo le donne".
“Iamme – sottolinea Francesco Pomarico, direttore operativo del gruppo Megamark – è il nostro contributo per una società migliore in cui chi lavora nel settore agroalimentare, impresa o bracciante, deve farlo nel solco delle leggi".
Il bollino etico NoCap è il primo sistema premiante per filiere etiche e collaborative per la lotta al caporalato in tutte le sue forme, una rete virtuosa tra produzione, imprenditoria e lavoro del settore agroalimentare. Iamme è invece un marchio di Megamark nato dalla collaborazione con NoCap, che contraddistingue una linea di prodotti etici, coltivati e raccolti nel rispetto dei diritti dei lavoratori per dire basta al caporalato.
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