Attualità
Agrumi, la Piana di Catania finisce sott'acqua
Caduta la pioggia di sei mesi in 48 ore. E potrebbe non essere finita
L’agrumicoltura siciliana trema. Negli ultimi giorni, infatti, la Sicilia orientale è stata investita da un vortice ciclonico con pioggia e vento che ha provocato gravi nubifragi nella Piana di Catania, "culla" delle arance rosse. Qui sono caduti più di 400 millimetri di pioggia nelle ultime 48 ore. L’equivalente dell’acqua piovana che normalmente dovrebbe cadere in sei mesi. E non finita. Perché il maltempo sull'isola, secondo le previsioni del meteo, dovrebbe continuare nel corso di questa settimana, estendendosi anche in Calabria, Puglia e Sardegna.
“Torrenti e fiumi sono straripati in alcuni punti della Piana di Catania, creando notevoli danni a molti giovani agrumeti, alle strade e alle case di campagna. Per ora le aree più colpite dagli allagamenti sono Palagonia, Scordia, Ramacca, Lentini, Francofonte e parte del territorio di Mineo”, racconta a Italiafruit News Giuseppe Di Silvestro, presidente della Cia Sicilia Orientale e dell’Op Rossa di Sicilia.
“In Sicilia la pioggia dovrebbe durare per almeno altri 3 giorni. Questo è un problema poichè l’umidità che si andrà a creare potrebbe influire sugli agrumi da raccogliere – conclude Di Silvestro – Mi auguro che gli effetti sulle produzioni saranno limitati”.
“Nell’areale di Mineo, i terreni degli agrumeti sono riusciti finora ad assorbire le piogge – testimonia Elena Aloisi Albertini, produttrice locale e vice presidente del Consorzio dell'Arancia rossa di Sicilia Igp – Si registrano più che altro danni dovuti al forte vento, in quanto vi sono state raffiche che hanno spezzato diversi rami”.
Coldiretti Sicilia sottolinea che la Regione è passata dalla siccità all'alluvione nel giro di pochissimo tempo: “Nella piana di Catania in due ore sono caduti oltre 300 millimetri di acqua, che hanno trasformato le strade in fiumi”. Sono a Scordia e Palagonia, secondo l'associazione agricola, le situazioni di maggior gravità. Con “aziende agricole irraggiungibili e sommerse dalla pioggia, che ha coperto soprattutto gli ortaggi. Bloccata la raccolta delle olive e c'è preoccupazione per la semina in quanto i terreni, soprattutto nella Sicilia orientale, sono completamente allagati. Agrumi letteralmente sradicati dalla furia dell’acqua, muri crollati, recinzioni divelte. Si tratta dell'ennesima prova di quanto i cambiamenti climatici – sottolinea Coldiretti – impongano nuove infrastrutture dove l'ammodernamento di tutto il sistema indispensabile. Continua senza sosta anche il peggioramento della viabilità con le strade zeppe di buchi che rendono pericoloso e difficoltoso il trasporto dei prodotti”.
“Le precipitazioni delle ultime ore sono state veramente violente – precisa da parte sua Salvo Laudani, marketing manager di Oranfrizer – Stabilire l’entità dei danni è impossibile. Anche perché molto dipenderà dalla continuazione dei fenomeni temporaleschi. Bisognerà vedere prima di tutto quanta acqua cadrà ancora dal cielo; poi, solo alla fine, si potranno tirare le somme”.
Paolo Zuccarello, socio dell’azienda Fratelli Zuccarello, conferma che “il vento forte e la pioggia battente hanno provocato parecchi danni tra Palagonia e Scordia. E’ la seconda volta, negli ultimi 4 anni, che la Piana di Catania subisce alluvioni durante la seconda metà di ottobre. Gli esperti dicono che è caduta la pioggia di sei mesi. Un torrente è esondato all’interno di uno dei nostri agrumeti, abbattendo le piante appena innestate. In un’altra delle nostre imprese, situata in una zona collinare, sono invece crollate a terra tutte le strutture di protezione dal vento: pali e reti. Tutt’ora molti appezzamenti non sono accessibili, anche perché le strade di campagna sono piene di detriti. In base alle previsioni meteo, la pioggia potrebbe continuare fino a sabato 30 ottobre. Siamo quindi preoccupati. Tra l’altro – conclude Zuccarello – dovevamo iniziare la raccolta delle arance Navel nel corso di questo weekend. Solo nei prossimi giorni capiremo se sarà necessario posticipare i primi stacchi”.