Attualità
Mirtilli, come far esplodere le potenzialità
Le leve su cui agire: qualità, tecnologie, marca e posizionamento
Le esperienze internazionali dimostrano che il potenziale dei mirtilli è enorme, non tanto come frutto accessorio ma come prodotto base dell'alimentazione. Il mirtillo fa parte dei superfood, è pratico e in linea con le tendenze alimentari del momento: insomma, tutto gioca a suo favore.
“Lo sviluppo può essere straordinario – ha detto ieri durante la nostra diretta dedicata a questo piccolo frutto Roberto Della Casa, direttore scientifico del Monitor Ortofrutta di Agroter – ma occorrono produttori capaci di fornire con continuità frutti di elevata qualità e per fare questo, oltre alle giuste varietà, servono tecnologie in grado di garantire prodotti di alte caratteristiche e distributori pronti ad osare, a mettere il mirtillo in competizione con i convenience food”.
I mirtilli – ha ricordato Alfonso Bendi, responsabile delle ricerche del Monitor Ortofrutta di Agroter – fanno quasi il 60% delle vendite di tutti i frutti di bosco nella distribuzione italiana. E le performance positive nel nostro Paese sono destinate ad aumentare. Su questo sono stati concordi gli altri ospiti della trasmissione di ieri: Nour Abdrabbo (direttore commerciale UNITEC), Jaime Sanchez (product manager berries SanLucar), Giampaolo Ferri (responsabile acquisti ortofrutta Coop Alleanza 3.0).
“Alla fine del 2013 c'è stata una rivoluzione nell'industria del mirtillo con l'introduzione di Blueberry Vision, la tecnologia Unitec capace di analizzare ogni singolo frutto – ha raccontato Abdrabbo – Siamo arrivati alla terza generazione di questo sistema di visione, nato per assecondare le esigenze dei nostri clienti che avevano necessità di avere più qualità. Qualità è la parola magica, è l'unica via per soddisfare il consumatore. Blueberry Vision vede ogni mirtillo a 360 gradi, fornendo una lettura sul calibro, colore, qualità esterna e interna: diamo quindi la possibilità alle centrali ortofrutticole di decidere il destino di ogni singolo mirtillo, se va valorizzato in una categoria premium o in una seconda qualità, oppure se sarà destinato all'industria.
“Il mercato mondiale del mirtillo si è espanso rapidamente – ha aggiunto Sanchez - la domanda continuerà a crescere sebbene nessuno ne conosca il vero potenziale. Il più alto consumo lo vediamo in Canada, con una media procapite annua di 3 kg e una penetrazione del 70%. In Europa siamo ancora molto lontani, ma nel Regno Unito il consumo è circa 1 kg per persona e più del 45% della popolazione acquista i mirtilli. L'Italia è ancora più lontana, ma il consumo è in aumento”.
“La categoria sta continuando a performare negli anni con continue crescite in doppia cifra, non sono tante le categorie che si possono permettere simili vendite, soprattutto con un valore medio alto per il settore ortofrutta – ha osservato Ferri - Siamo a metà della strada, le potenzialità dei mirtilli sono ancora tutte da scoprire, ma possiamo raggiungere livelli più alti. La shelf-life aumentata grazie alla tecnologia ha permesso a noi distributori di trattare costantemente il prodotto durante tutto l'anno e siamo stati premiati dai consumatori, che hanno iniziato a conoscere i benefici di questi frutti. Anche la produzione italiana negli ultimi anni ha lavorato tantissimo, ha cercato di diversificare gli areali produttiva e dal Nord, dove era concentrata, si è trasferita in tutta la Pensiola per cercare di allungare la stagione. I consumatori, a differenza di altre categorie, sui frutti di bosco non fanno una gran distinzione tra prodotto nazionale ed estero: apprezzano maggiormente il beneficio del mirtillo piuttosto che la provenienza”.
Consumatori più informati, giovani che approcciano il frutto, vendite in crescita, sono leve che possono consentire ai mirtilli di schiodarsi da un mercato di nicchia? “Sono condizioni necessarie ma non sufficienti – ha risposto Della Casa – Per il tipo di consumatore la marca, il posizionamento a negozio e la possibilità di vivere una esperienza di consumo il più possibile consistente sono le chiavi di volta. Competiamo nel mondo dei cibi salutari e dei cosiddetti convenience con una quantità enorme di alte caratterizzazioni: la limitata presenza della marca e l'assenza della comunicazione pubblicitaria attraverso i mass media sono ostacoli. Se vogliamo competere con il mondo degli snack, beh, questi sono tutti buonissimi: per il mirtillo quindi diventano necessarie le giuste varietà, le aree vocate e le tecnologie di sorting per garantire che ogni frutto sia una esperienza palatale gratificante”.
Copyright 2021 Italiafruit News
“Lo sviluppo può essere straordinario – ha detto ieri durante la nostra diretta dedicata a questo piccolo frutto Roberto Della Casa, direttore scientifico del Monitor Ortofrutta di Agroter – ma occorrono produttori capaci di fornire con continuità frutti di elevata qualità e per fare questo, oltre alle giuste varietà, servono tecnologie in grado di garantire prodotti di alte caratteristiche e distributori pronti ad osare, a mettere il mirtillo in competizione con i convenience food”.
I mirtilli – ha ricordato Alfonso Bendi, responsabile delle ricerche del Monitor Ortofrutta di Agroter – fanno quasi il 60% delle vendite di tutti i frutti di bosco nella distribuzione italiana. E le performance positive nel nostro Paese sono destinate ad aumentare. Su questo sono stati concordi gli altri ospiti della trasmissione di ieri: Nour Abdrabbo (direttore commerciale UNITEC), Jaime Sanchez (product manager berries SanLucar), Giampaolo Ferri (responsabile acquisti ortofrutta Coop Alleanza 3.0).
“Alla fine del 2013 c'è stata una rivoluzione nell'industria del mirtillo con l'introduzione di Blueberry Vision, la tecnologia Unitec capace di analizzare ogni singolo frutto – ha raccontato Abdrabbo – Siamo arrivati alla terza generazione di questo sistema di visione, nato per assecondare le esigenze dei nostri clienti che avevano necessità di avere più qualità. Qualità è la parola magica, è l'unica via per soddisfare il consumatore. Blueberry Vision vede ogni mirtillo a 360 gradi, fornendo una lettura sul calibro, colore, qualità esterna e interna: diamo quindi la possibilità alle centrali ortofrutticole di decidere il destino di ogni singolo mirtillo, se va valorizzato in una categoria premium o in una seconda qualità, oppure se sarà destinato all'industria.
“Il mercato mondiale del mirtillo si è espanso rapidamente – ha aggiunto Sanchez - la domanda continuerà a crescere sebbene nessuno ne conosca il vero potenziale. Il più alto consumo lo vediamo in Canada, con una media procapite annua di 3 kg e una penetrazione del 70%. In Europa siamo ancora molto lontani, ma nel Regno Unito il consumo è circa 1 kg per persona e più del 45% della popolazione acquista i mirtilli. L'Italia è ancora più lontana, ma il consumo è in aumento”.
“La categoria sta continuando a performare negli anni con continue crescite in doppia cifra, non sono tante le categorie che si possono permettere simili vendite, soprattutto con un valore medio alto per il settore ortofrutta – ha osservato Ferri - Siamo a metà della strada, le potenzialità dei mirtilli sono ancora tutte da scoprire, ma possiamo raggiungere livelli più alti. La shelf-life aumentata grazie alla tecnologia ha permesso a noi distributori di trattare costantemente il prodotto durante tutto l'anno e siamo stati premiati dai consumatori, che hanno iniziato a conoscere i benefici di questi frutti. Anche la produzione italiana negli ultimi anni ha lavorato tantissimo, ha cercato di diversificare gli areali produttiva e dal Nord, dove era concentrata, si è trasferita in tutta la Pensiola per cercare di allungare la stagione. I consumatori, a differenza di altre categorie, sui frutti di bosco non fanno una gran distinzione tra prodotto nazionale ed estero: apprezzano maggiormente il beneficio del mirtillo piuttosto che la provenienza”.
Consumatori più informati, giovani che approcciano il frutto, vendite in crescita, sono leve che possono consentire ai mirtilli di schiodarsi da un mercato di nicchia? “Sono condizioni necessarie ma non sufficienti – ha risposto Della Casa – Per il tipo di consumatore la marca, il posizionamento a negozio e la possibilità di vivere una esperienza di consumo il più possibile consistente sono le chiavi di volta. Competiamo nel mondo dei cibi salutari e dei cosiddetti convenience con una quantità enorme di alte caratterizzazioni: la limitata presenza della marca e l'assenza della comunicazione pubblicitaria attraverso i mass media sono ostacoli. Se vogliamo competere con il mondo degli snack, beh, questi sono tutti buonissimi: per il mirtillo quindi diventano necessarie le giuste varietà, le aree vocate e le tecnologie di sorting per garantire che ogni frutto sia una esperienza palatale gratificante”.
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