Attualità
Le Agavi, sbarco in Gdo con fragole e patata viola
L'azienda sarda valorizza le due produzioni con i marchi «Arrubiedda» e «Fioba»
La novità è lo sbarco in Gdo. Le Agavi, azienda di Arborea (Oristano), porta da quest’anno nel circuito Crai Sardegna uno dei propri prodotti di punta, la fragola. “A questo canale – premette Stefano Orrù, che gestisce l’impresa agricola insieme alla famiglia – dedichiamo il 50% della nostra produzione. L’altra metà è destinata alla vendita diretta e alle aziende di trasformazione. Una realtà piccola come la nostra deve saper diversificare per stare sul mercato”.
La superficie complessiva a seminativo è di circa 8 ettari. Le fragole – le "Arrubiedda" – ne occupano uno e mezzo con 30mila piante. “La coltivazione – spiega Orrù – avviene a campo aperto. Entriamo in produzione da marzo e fino alla prima settimana di giugno. Dalla Gdo stanno arrivano soddisfazioni, rispetto ai grandi mercati sentiamo meno la concorrenza con i Paesi stranieri a partire dalla Spagna. Il prodotto è adeguatamente valorizzato”.
La varietà scelta è la Naiad. “La coltiviamo da più di dieci anni, il brevetto non è certo dei più recenti, ma siamo appagati dalla scelta”. Il punto di forza è da ricercare “nel sapore, nel grado zuccherino, ma anche nella resistenza di questa varietà che conserva il colore intenso e la consistenza per un periodo più lungo”.
Ogni pianta produce in media circa 600 grammi di fragole. “Il meteo – osserva Orrù – ha dato problemi soprattutto nel periodo di Pasqua con la pioggia a causa della pioggia copiosa. Ma, tirando le somme, l’annata è da considerare positiva”.
Un altro prodotto di Le Agavi fresco di sbarco in grande distribuzione è la patata viola, "Fioba". “La sperimentazione è partita qualche anno fra. Tali patate sono ricche di antocianine e si sposano alla perfezione con la ristorazione gourmet. Quest’anno, però, l’Horeca ha fatto i conti con chiusure e restrizioni e abbiamo deciso di puntare sulla Gdo".
"Siamo presenti solo da poche settimane nei negozi ed è presto per fare bilanci – conclude Orrù – ma auspico che i consumatori sardi possano apprezzare. La produzione annua è di circa 100 quintali".
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